Dunque, oggi vi presento un frammento di Saffo. Già l'abbiamo visto qui e pure qui, nonché nelle varie edizioni: è quello de le stelle attorno alla luna, LP 34. Dopo averlo tradotto in Romagnolo, Siciliano, e Napoletano, ho pensato di andare avanti coi dialetti (e non solo, ma quello sarà una serie di altri post). Per la precisione, il 14 o 15/4/25 ho deciso di fare almeno un dialetto per ogni gruppo di questa mappa. Come vedrete, sono ancora in alto mare. Del resto trovare chi mi aiuti non è facile per niente :). Dunque, vediamo cos'ho in mano:
- Cominciamo dall'Italiano, va'; questo risale al 25/3/21, e diamo i dettagli dall'edizione:
- La traduzione inizia coi primi due versi alle 20:07 del 25/3/21;
- Alle 20:08 va prima con «Or che più che mai...», poi «Or che, piena, lei più che mai la terra / Riempie di luce.», poi «... più che mai d'argento / Illumina il mondo.»;
- Alle 21:58 va di «Or che, piena, argentea, brilla più che / Mai sulla terra», annotando poi «=>splende»;
- Infine alle 22:03 arriva a «Or che, piena, argentea, più di tutto / Splende sul mondo.»;
- Il Russiano (Romagnolo), ovviamente, la cui storia è sparsa tra i link dati a inizio post; segnalo qui, unico posto dove lo implemento, il tweak del 22/7/25, dove da «'D la su faẓa prëst la luṣ agli arpõna» a «Tòtta la su lus agli arpona neca» poi «Tott 'e su splendor agli arpona neca» e infine «N'êtra völta la su lus agli arpona», il tutto nei dintorni di un bagno in mare durato 9:13-10:20; infine, il 7/8/25 alle 21:35 fisso per iscritto l'idea di scambiare i primi due versi, avuta probabilmente prima, per risolvere l'ambiguità di "su", che sembra riferirsi alla luna se non scambio in qualto la luna viene a trovarcisi più vicina che le stelle;
- Il Siciliano, per cui cito l'antologia: «chista a třadussi u 28/3/24 ṙî 12:25 ê 12:32, ntô Domu 'i Siracusa, cu na mudìfica picciriđđa ê 13», ovvero questa la tradussi il 28/3/24 alle 12:25-12:32 nel duomo di Siracusa, con una piccola modifica (un tweak, in sostanza) alle 13;
- Il Napoletano, datato 7/4/25 14:18-14:31, con china che diventa chièna il 9/4/25 alle 8:46 come unica correzione del mio consulente; la metafonia mi ha fregato :);
- Il Bagnarese, basato su un dizionario online e datato 9/4/25 23:14-23:37; visto che il dizionario è di un'associazione con sede a Udine, si presumerebbe che fosse Udinese, ma poi salta fuori da M.I. che Udine è in una sacca di Ve3; comunque questo è Fr1, poi mi faccio dir di che paese; la mamma di M.I. avrebbe approvato la mia versione entro il 13/8/25, eppure io alle 14:44 di quel giorno, riguardando il dizionario, ho concluso che "la plate" dovrebbe essere "e plate", e "la jemple" dovrebbe essere "e jemple"; a quanto pare si usano ambedue ma "la" è più comune, pare che "e" sia più una cosa prescritta; quindi mi tengo "la"; inoltre una delle due, vuoi la mamma vuoi l'amica di cui sotto, ha confermato che la versione va bene; M.I. è di Bagnaria Arsa, onde l'etichetta di questa versione;
questo per quanto riguarda la versione Mia, l'altra versione invece arriva da un'amica di M.I., inoltrata il 13/8/25 alle 12:13, inmetrica, di cui ho scritto «Beh direi che questa ha quantomeno un errore di concordanza, perché li stelis è plurale ma la plate è singolare :)» (12:29) e «L'amica sembra aver tradotto letteralmente la versione "italiano in metrica", a parte che ogni stella è diventato le stelle, producendo l'errore di concordanza. Quindi invece di valutare la mia, ha fatto la sua :). Fa specie il "da" invece di "dala", che sembra essere l'equivalente di "attorno a bella luna", e la mancanza di "la" prima di "slûs". Il lusinte invece di lusint potrei pure tenermelo» (12:48); - Il Genovese, basato su un dizionario online e datato 9/4/25 23:53 - 10/4/25 0:06; LP ha poi offerto i suoi commenti su ambedue le versioni genovesi, cariche di doppi sensi molesti, e anche un commento ortografico; vediamo di indicare le correzioni:
- «Nel merito di quanto aggiungerò mi permetto di scrivere come si pronuncia. Tu, ovviamente, sei libero come un uccellino nel cielo e puoi adottare - graficamente – tutte le “o” che le grafie tradizionali prevedono. Io non ci riuscirei. In quanto la pronuncia è /u/», dice nella sua mail, e io rispondo «Io sono abituato a passare da una lingua all'altra e da un set di regole ortografiche all'altro, per cui scrivere o per u e u per ü non mi importa più di tanto, basta ricordarmelo. Nel momento in cui dovevo tradurre ho usato la grafia del dizionario per non confondermi. Però effettivamente questi scambi di suoni non sono molto giustificati se non per somigliare di più all'Italiano, quindi direi che scriverò anch'io come si pronuncia, usando però y per ü. Dopo tutto, è una lettera che esiste, ed è perfetta per quel suono, derivando da una lettera che quel suono rappresentava in Greco Antico e in Latino. Inoltre penso che userò ñ ogni volta che appare la velare, per non dovermi ricordare di farla velare in fine sillaba. Cercherò anche di indicare E ed O toniche aperte e chiuse con accenti gravi ed acuti. Tanto se sono atone sono sempre chiuse, no?»; e così farò qui;
- «In poesia, forse, “bella” /'bɛlla/ starebbe meglio prima del sostantivo lün-a /'lyŋa/ e così facevano gli antichi, ma è solo questione di stile», e così sia;
- «Purtroppo un verbo quale intafuâ /ˌiŋta'fwa:/ a Genova e in Liguria non lo capisce, ormai, più nessuno (e nessuno l'adopera da molte generazioni). Forse, lo conoscono i “cultori”. Forse in quanto l'hanno “ricercato” intenzionalmente . . . Per altro, in realtà significava - nella diatesi riflessiva - “infilarsi”. Una modalità specifica di nascondimento. Usata nelle favole tradizionali di molte generazioni fa per il lupo che s'infilava nel folto del bosco. Non si applicò mai alle stelle. Anche in quanto voce collegata agli usi bassi, volgari, potenzialmente osceni dell'infilare/infilarsi. Che, probabilmente, non tutti i “cultori” possono necessariamente presupporre. Una voce quale ascundan /a'skuŋdaŋ/ basta e avanza e non implica controindicazioni», e ascundan sia, tanto sono metricamente uguali;
- «A mio modestissimo parere - in ambito lirico -il possessivo sò /'sɔ/, se pure un po' “arcaico”, risulta nettamente più adeguato. Però va messo subito dopo l'articolo, mai dopo il sostantivo. Sonerebbe troppo innaturale!»;
- «Inoltre, l'anticipazione del compl. ogg. sembra, in realtà, del tutto estranea alla limitata flessibilità di un linguaggio quale il genovese, per quanto s'intenda metterlo in poesia»;
- «In questo caso, inoltre, proprio volendo si potrebbe usare murin /mu'riŋ/ = musetto (gli arcadi settecenteschi genovesi lo facevano), ma mai mûru /'mu:ru/ = muso. U mûru /u'mu:ru/ può essere solo quello del lupo, delle bestie, delle creature “infere”, mai il viso (musetto, al massimo) delle stelle . . . Qui si sovvertono in pieno tutti i valori»;
- «Neppure pin-a /'piŋa/ si può usare in un contesto dalla levità saffica. Pin-a /'piŋa/ in genovese, purtroppo, significa anche ripiena, ma anche gravida - se si parla di animali o se si parla, senza adeguato rispetto e umanità, d'una donna - e i pin /'piŋ/, in genovese, sono i “ripieni” - in senso alimentare -. Un dialetto quale il genovese, se non lo si domina a sufficienza, rende potenzialmente ridicola, triviale, offensiva anche un'espressione che risulterebbe neutra in lingua. Qui, a mio avviso, oltre tunda /'tuŋda/ = rotonda, tonda non si può andare. Altrimenti, se mai leggesse uno che conosce il genovese (o un eventuale residuo locutore nativo), un tale lettore verrebbe “disturbato” dagli inevitabili doppi sensi: la luna ripiena (e si finisce sull'alimentare) o la luna “gravida”, concetto comunque lontano, in questo caso, dallo specifico contesto lirico e dalle atmosfere poetiche di Saffo», al che io commento «Tra la luna gravida e infilarsi ho praticamente dato alle stelle della faccia di beliñ :)»;
- Il Piemontese (Torinese) non strofa saffica, mandato il 11/4/25 alle 11:49;
- Il Genovese non strofa saffica, mandato insieme al Piemontese; entrambe le traduzioni non s.s. sono di Mattia Calcagno; ai commenti di LP citati all'altra voce Genovese, aggiungo «In genovese “steile”, ovviamente, non è mai esistito. Penso a un banale refuso. Certamente esistono ső /'sø:/ = loro e fandu /'faŋdu/ = facendo. Ma nessuno si avvarrebbe di fandu /'faŋdu/ per tradurre Saffo. Un poeta genovese - e così, infatti, scrivevano, avrebbe impiegato faxendu /fa'ʒeŋdu/, che rimane, comunque, tuttora la forma di gran lunga più usata nel Genovesato, anche al di fuori della poesia tradizionale. Infatti, in genovese, fandu /'faŋdu/ risulta voce diastraticamente “bassa”. Troppo. Specialmente nell'epoca attuale in cui non si può evitare totalmente il "confronto" con l'italiano. Semplicmente, in quanto irrealistico . . . Nel sec. XVIII - in epoca di "ancien régime" a Genova - concordo che potrebbe essere stato diverso, ma noi - ora! - poterti non ci si trova in tale "environment". Diversamente da ciò, riconosco onestamente che ső /'sø:/ = suo, loro è la voce maggiormente usata, ma, come ho già riferito, risulta anche quella meno “poetica”, certamente nell'ambito del residuo socioletto borghese urbano. Quello usato in letteratura e in poesia a partire dall'inizio del sec. XIX, quando venne proscritto il socioletto aristocratico urbano, nel quale si era scritto esclusivamente fino ad allora»;
- Il Bolognese, datato 11/4/25 21:54/22:18-22:28 + 12/4/25 1:55-2:19, con una modifichetta 12/4/25 15:05 e un paio di correzioni (avsen->avséin e ancora->ancåura) alle 15:20-qualcosa di quel giorno, e un dubbio su impinèss che ancora va affrontato;
- Il Piemontese (Torinese), datato 12/4/25 22:12/18-22:29 come rielaborazione della versione Calcagno;
- Lo Scorranese, basato sul dizionario di Giuseppe Presicce online, e datato 13/4/25 21:21?/29-21:45;
- Il Salicese, modificato da una locale partendo dalla traduzione sopra e datato 14/4/25 18:19 con modifiche a seguire entro le 19:20 con lunga interazione con la consulente e di lei con le sorelle e poi col nipote;
- Il Berchiddese, basato su un dizionario online di Pietro Casu e datato 14/4/25 22:28-22:54; la conferma che intundhu vuole "a" (intundhu a sa luna, non intundhu sa luna) arriva 6/5/25 10:03; trattasi di Sardo Logudorese, ma siccome Casu è di Berchidda lo etichetto come Berchiddese;
- Il Barese, con un primo tentativo prodotto «Dopo un paio di tentativi fallimentari, e dopo aver fatto Bolognese Salentino e Sardo Logudorese, combinando Dialettando.com, Wikipedia italiana, e Glosbe» e datato 15/4/25 10:22/29-10:57 con una seconda opzione «Ch''u sùj' argèndë» delle 11:47, di cui un locale affermava «La prima riga è vicina al barese, dalla seconda in poi non mi trovo 😁», poi la sua versione mandata alle 20:01 del 24/4/25, la mia interpretazione della sua trascrizione, e i miei due possibili aggiustamenti del metro, delle 13:52 e 13:55 del 25/4/25;
- Il Foggiano, basato su un megadizionario online e datato 15/4/25 19:32/52-19:57 + 20:53/21:02-21:08, con un aggiustamento alle 23:20; essenzialmente approvato da un locale tramite il consulente del Lericino alle 21:27 del 30/5/25, il qual locale la rimanda indietro cambiando le y in u, quindi il nulla in pratica, questa poi la modifico io per evitare lo iato attyrë â, il 28/7/25 alle 21:31, facendone attyr'a 'sta; infine il 3/8/25 alle 19:56, a parte rendermi conto che attyrë me lo sono inventato, ne faccio un là attyrn'â;
- Il Reggino, basato su un dizionario online e datato 16/4/25 11:14/29-11:49 + 12:59-13:11; l'amico Reggino non risponde, quello Locrese ha convertito e infatti il Locrese è sotto;
- L'Aquilano, tentato come versione originaria il 16/4/25 alle 19:01/35-19:46 e corretto con una locale quella stessa sera alle 20:18-20:40;
- Un probabile pasticcio a metà tra Reggino e Gasperinese, ottenuto il 17/4/25 alle 11:33/39-11:40 modificando il Reggino sulla base di questo aggeggio qua;
- Il Brianzolo, fatto il 17/4/25 subito dopo cena, 20:04/06-20:11, con una consulente che storce il naso all'oggetto-verbo del v. 2, e molte altre che ci passano sopra; quanto a me, mi turba di più ün' invece di n', quindi alle 15:39 del 24/4/25 cambio «La lor lus i scònden ün'altra voeulta» in «Tüta la lor lus n'altra voeulta i sconden»; abbiamo infine la correzione lus->lüs il 5/8/25 alle 17:23, e la modifica da Tüti i stèli a Varda: i stèli alle 18:09, entrambe ispirate dal Bergamasco che stavo facendo in quel mentre; il 16/8/25 alle 9:50 mi chiedo se sia possibile «N'altra voeulta i scònd tüta la lor lüs», e non vedo perché no, quindi vado ad applicarlo, e finalmente il problema dell'ordine OV è risolto :); ma veramente è i scònden, mi sa, e allora ul lor splendùr, 15:31 del 21/8/25;
- Il Tarantino, datato 18/4/25 0:39/1:05-1:32, per cui purtroppo il padre di un'amica non può dare consulenze; un'altra amica di là però me l'ha approvata l'1/5/25 alle 22:54, modulo jèddë che a quanto pare dal suo audio è iddë; sulla base del suo audio, con l'aggiunta di mò prima di tutt' (2/5/25 12:38:~30), abbiamo la versione finale;
- Il Ciociaro, fatto subito dopo il precedente alle 1:32/36-1:53, idem come sopra ma per la madre;
- Il Perugino, datato 21/4/25 18:27/50-18:57:>30, per cui attendo i commenti da amici di un'amica Perugina che però non parla dialetto perché suo padre è di Ascoli Piceno e sua madre di Macerata; e tramite lei il 22/5/25 alle 17:51 arriva l'approvazione di una Perugina: «a me sembra giusta come traduzione» dall'audio del giorno dopo alle 19:21 sempre della Perugina, i diacritici aggiunti alla traduzione, oltre ai cambiamenti alla -> a la e riempie -> riémpe; ^ vuol dire che la gn è raddoppiata; il breve sulla v̆ è perché come la pronuncia lei sembra una cosa a metà tra un vw e un'approssimante bilabiale; curioso il fatto che la đ di anisconđe sia tale ma quella di d'argento sia una d normale;
- Il Veneziano, datato 21/4/25 18:21-18:27 + 19:06/40-19:55, abbandonato a metà per via di un "intorno" introvabile sul mio dizionario; postando poi «Ógni stéla ^entorno^ a la ^bela^ luna / La soa luse ^granda^ ^ancor^ la sconde; / La xè piena, e l'impinìss la Tèra / Del sò arxento.» su Sei di Venezia se…, alle 0:10 del 15/8/25 decido di modificare per evitare gli iati, e vien fuori la versione sotto;
- L'Anconetano, datato 21/4/25 20:≤29/43-20:57, fatto grazie ad anconanostra.com;
- Il Belmontese, datato 21/4/25 21:36/51-22:07, fatto perché di Maceratese e Fermano non trovavo abbastanza roba; uno dei Fermani che conosco s'è trovato spaesato, poi gli ho detto di convertirlo in Fermano e ne è uscita la versione sotto;
- Il Sambenedettese, datato 21/4/25 23:39/47-23:59, e anche lì, l'Ascolano non si trovava online;
- Il Cimbro, dialetto di matrice tedesca, datato 22/4/25 12:58/13:03-13:28, con forma «Um in schümma må tuschen est di stèrne / In mustàtz vo naügom, antånto az er, voll / Un so silbran, vüllt pinn soi liacht di Earde, un / Scheint inn pa hümbl» cambiata alle 15:34; Josef Mitterer ha approvato la mia versione; salvo poi dire che «uminùm in: qui, in è l'articolo neutro, non una preposizione, per cui mi parebbe meglio uminùm um in må, come intorno a o, in tedesco, herum um, cioè locuzione preposizionale + articolo. Tuttavia, così hai una sillaba in più» all'1:[40,42] del 18/8/25, al che io propongo «Già…any chance che si possa fare um'n (improbabile), tusch'n, o "D'sterni tuschen est uminum um in ma"?» alle 2:03, proponendo anche la vecchia versione, e lui approva l'ultima proposta;
- Il Trentese, datato 22/4/25 21:30/42-22:11, che decido di distinguere dal Mezzocoronese colle sue mille versioni, e probabilmente sottoporrò a Sei di Trento se, se trovo un gruppo così;
- L'Aretino/Chianino, fatto come Aretino alle 12:41-12:52 del 23/4/25, e convertito in Chianino con l'aiuto di una locale su Quora entro le 14:16q17, con uniche modifiche intorno->'ntorno, Mo'->Or, e Tutta la Terra -> Tutt'a la Terra;
- Il Ladino alto-badiotto, datato 23/4/25 20:39-21:01 e approvato così com'era da J.M.;
- Il Romanesco, datato 23/4/25 23:04-23:12; alle 14:53 del 5/5/25, un amico romano risponde alla mia versione con «Direi che sul romanesco super ok! Forse ce nisconne lo renderei con ce nasconne…»; gli chiedo un audio, che trascrivo precisamente nella versione finale;
- Il Lodigiano, datato 23/4/25 23:57 – 24/4/25 0:12;
- Il Pustertaler (Sudtirolese di Val Pusteria), mandato da J.M. all'1:50 del 24/4/25, con ahimè il primo verso «Um in schianen Mond umadum bergen die Sterne» che non rispetta il metro, avendo due sillabe di troppo; dopo la mia segnalazione, all'1:[21:23,32:18] del 25/4 ha suggerito la correzione sotto; con aiuto suo, la traduzione ST-Italiano è mia, e l'IPA by JM;
- Il Fermano, rielaborato dal Belmontese il 25/4/25, producendo la versione originale alle 18:34 e l'aggiustamento metrico alle 18:41/50-18:52, con bella->vella ed ella->essa suggeriti alle 20:31;
- Il Locrese, convertito dal mio Reggino alle 23:38-39 del 26/4/25, con "raggi" preso dall'italiano dacché l'amico non sa come si dica in dialetto;
- Il Sanrocchino, courtesy of la mia responsabile scientifica, che ha prodotto la prima traduzione non in metrica barbara alle 15:42 del 28/4/25, mentre quella in metrica è una mia rielaborazione delle 16:35-16:37 di quel giorno; il 12/5/25 chiedo poi nuove alla mia responsabile, e lei mi gira un audio del padre, che contiene la versione corretta; ovviamente inmetrica, ma che altro potevo aspettarmi? Alle 13:33-13:39 di quel giorno faccio la mia rigirazione, dove Nostra al v. 4 diventa Tüta alle 13:42, e con ciò la sera mando alla responsabile un audio con «al lor splendùr umò» e argenté, alle 22:56; la mattina dopo alle 9:38 lei risponde con le correzioni che portano alla versione finale; notare che argenté era quel che sentivo dall'audio, invece pare che lui stesse dicendo argentéa;
- Il Palermitano, che è ancora in fase di produzione, in quanto la mia consulente, interpellata la sera del 28/4/25, mi ha detto che in Palermitano non è beđđa ma bieđđa e non è àutřa ma àvutřa, per cui alle 21:24:4x di quella sera metto insieme i primi due versi modificati, mentre per il resto si attendono commenti; non so come abbia fatto a non aggiornarlo fino all'11/8, ma il 20/5 arriva la versione corretta alle 20:35, con bedda invece di biedda, cosa che poi le segnalo e mi conferma che si è sbagliata; alle 20:39 propongo le versioni metrica-1 e metrica-2: «Ma non avevi detto che era biedda? / Comunque il secondo verso non sta nel metro, possiamo fare "I sò luçi n'àvutřa vòta ammuccia"? / L'ultimo verso costringe a uno iato tra u e u, potremmo fare "Òra ch'iđđa è china, e tuttu u munnu ad-/duma d'argentu", con sinafia, oppure "tuttu lu munnu".»; dopo un po' di discussioni, in cui quella con "lu" ha il problema che lu si usa poco in Palermitano mentre l'altra sembra che il mondo si accende d'argento, alle 21:15 arrivo alla versione finale… salvo che l'inizio è ancora «Ogni stiđđa ntornu â luna bieđđa / I sò luçi n'àvutřa vòta ammuccia»; l'8/8/25 alle 17:42 penso a «Ogni stiđđa đđà ntòrnu â», per evitare lo iato, mentre «Tutti i stiđđi đđà ntòrnu â beđđa luna / A sò luçi n'àvutřa vòta ammùcciunu» arriva il 9/8/25 alle 0:08, col dubbio tra ammùccianu e ammùcciunu; forse si dovrebbe cercare un "Guarda!" invece di quel tutti? Mah; invece se possibile farei "ed ađđuma", così evito anche lo iato china-e, pensata delle 15:45 dell'11/8; infine, l'1/9/25 all'1:22, penso a Eccu da mettere come inizio; quindi non «Tutti i stiđđi» ma «Eccu: i stiđđi»;
- Il Sardo Nuorese, convertito dal Logudorese il 2/5/25 alle 19:17-19:19 dal mio compagno d'ufficio;
- Il Griko, fatto da me il 5/5/25 alle 0:16-0:44 sulla base di vari dizionari e una grammatica online; il 4/6/25 alle 18:03, memore di Kainifta, penso alle versioni alternative, il cui primo verso va da «Όλα τ' αστεράτcια σιμά 'σο φφέγγο» a «Τ' αστεράτcια τι ένε σιμά 'σο φφέγγο» alle 23:56 dell'11/6/25; visto che Nick Nicholas non recepisce su Quora, non volendo sollecitarlo, ho contattato Ciuricepedì giusto l'11, e attendo nuove; il 17/8/25 alle 10:30 decido di alterare il finale, cambiamento riportato solo nella versione alternativa sotto;
- Il Mezzocoronese, che parte dal Trentese sottoposto alla mamma di un'amica; il 5/5/25 alla 7:39 da quest'amica mi arriva, inoltrata, la versione "Iniziale", che ovviamente non è metrica; con un po' di interazioni tramite l'amica, che portano a "tegne scondù" invece di "fa spetà", alle 12:02-12:37 produco la prima versione metrica, e alle 12:44-12:47 la seconda; le mando all'amica, ma la consulente smette di risponderle :);
chiedo poi nuove il 3/6, e oltre a scoprire che la consulente è la madre dell'amica, questa mi dice che scriverà ancora; e così alle 22:11 mi viene rimandata la versione Iniziale; faccio presente che abbiamo fatto delle cose, e alle 8:57 la mattina dopo arriva la Corretta, che poi io aggiusto alle 9:17-9:18 nella RiMetrica, e alle 9:38 arriva il suggerimento «La risciara tuta la tera», da cui alle 9:42 la versione RiMetrica 2, con commento «Non so se mò esista, se non esiste abbiamo un buco di una sillaba :). Fare "che la ris'ciara col sò arzent" fa sembrare che ris'ciara sia accentato sul ris invece che sul cia»; in realtà le RiMetriche risentono di sota->soto, cambiamento fatto sulla base di una ricerca sul mio dizionario per mettere le E ed O aperte e chiuse a posto nell'audio delle 16:55; peraltro questa ricerca ha prodotto che sgionfa vuol dire anche ripiena e gravida, cioè, quello di cui si lamentava Panini con piña nel Genovese, ecco che questa consulente l'ha fatto di proposito; mah; - L'Arbëresh, probabilmente un pasticcio misto tra Ururi (dizionario) e Piana degli Albanesi (grammatica), fatto da me il 6/5/25 alle 0:35-1:46; «kët' bot' or k'të bot'?», mi chiedo il 25/6/25 alle 16:34; non so se ci siano vincoli linguistici, però kët' bot' si ritrova un antipatico -tb-, mentre k'të bot' mi dà solo un kt, quindi scelgo qiest'ultimo alle 15:07 del 5/7/25;
- Il Potenzese, fatto da me sulla base di un dizionario online il 6/5/25 alle 11:58-12:11; non ho mica capito se è Galloitalico o no, cioè il dizionario sembra dirlo tale, ma la mia traduzione non sembra per niente tale…;
- L'Irpino, fatto da me sulla base di un dizionario online il 9/5/25 alle 17:11-17:28;
- Il Sardo Campidanese, fatto da me per metà il 8/5/15 alle 17:55-18:13, e che attende per ora l'altra metà; ho usato un dizionario che è di tutti i dialetti sardi, per cui potrei avere mischiato i dialetti; ci torno poi il 4/8/25, e ne faccio una pesante revisione, coi seguenti commenti:
- attraccat for hides is Fonni, which is Nuorese so nope. Can accua work? Heck is Mer.? || 4/8/25 19:26;
- Meridionale? I guess that implies Campidanese? || 19:29;
- Let's thus assume. So: / / Dogni istèddu presu a sa luna bella / N'altra volta acùat sa luxi sua || 19:31;
- isteddu is apparently Log. Mer. || 19:32;
- Well if Campidanesu-Italianu gives me isteddu alongside astru then isteddu is fine || 19:37;
- Onnia is what I find for ogni, but onnia_isteddu is too many vowels, so Sos isteddus be it (isteddus thanks to the grammar, masculine from the big dictionary) || 19:40;
- CI gives me cadia, of potentially wrong meaning, and ingiru, which I assume is ingìru and which is not on the big dict || 19:42;
- Lo Spoletino; oh boy; allora, l'8/5/25 alle 19:41 mi arriva da un quorano una versione fatta da un suo amico, insieme a una versione araba che non è rilevante in questo post; trattasi della versione iniziale, non metrica manco per scherzo; alle 20:02 mando una versione metrica mia, la metrica 1 sotto, notando che sùbbitu probabilmente non va bene; in effetti si scopre che è colpa del famoso aips', e l'amico suggerisce, alle 20:33, "de nóu naschonnono quella forma", che ovviamente non è metrico; a parte il nòvu che compare alle 20:39, le versioni ricorrette arrivano alle 20:54 e 20:55; alle 21:58 faccio la metrica 2, alle 22:46 arriva la riricorretta, e alle 0:36 del 9/5 mando la versione finale; che sembra sia perfetta, visto che l'amico del quorano, che ora comunica direttamente con me via mail, mi ha scritto il 9 sera che presto mi registra l'audio; questi audio arrivano, uno con 'gnora e uno con 'ngò, il 3/6/25 alle 20:59, e sono responsabili dei diacritici usati nella versione finale, nonché del raddoppiamento fonosintattico su pièna e del cambiamento da «appiccia sù lu / Munnu d'argendu»;
- Il Materano, con prima versione datata 9/5/25 16:02, mandata da un mio amico inoltrandola da sua madre che gli ha anche mandato un audio; non metrica, e con schwa ignorate, infatti la notte trascrivo l'audio come da versione trascritta, dopodiché la mattina dopo (10/5) mando un po' di commenti e anche la prima metà della versione finale, mandata alle 12:22; alle 15:19 produco la prima metà di quella sbagliata, che usa uno stèlla che pare sia una fake news, dopodiché alle 15:32-15:35 completo ambedue queste versioni; «Majë la sij' fòccë de leuscë ascaunnënë» evidentemente non mi convince, perdendo l'angàr, quindi il 18/5/25 alle 10:18 lo cambio in «La sij' fòccë dë leucë angàr ascàunnënë»;
- Il Fiorentino, datato 9/5/25 20:56 courtesy of un amico, che mi manda un audio insieme alla versione scritta; non è metrica, quindi va rimaneggiata, e mi ci metto dopo aver Materanato alla grande il 10, anzi dopo aver fatto la metà sbagliata della versione sbagliata, quindi iniziando a tipo 15:20 e finendo alle 15:25, con un unico messaggio più audio che viene approvato dall'amico;
- Il Bavarese Centrale, che arriva corredato di IPA e Italiano il 10/5/25 all'1:43:>30 dallo stesso quorano del Cimbro e del Ladino, che forse contribuirà anche su Mòcheno e Walser;
- Il Lericino, dove le versioni originali arrivano datate 13/5/25 8:16 e 8:17 ma inoltrate dal giorno prima; alle 8:57 concepisco la versione finale, che poi viene approvata dal consulente (le traduzioni son fatte da un'amica sua che conosce meglio il dialetto), e i diacritici son dedotti dall'audio di lui delle 8:27 del 15/5/25;
- Il Modicano, dove la versione originale è più o meno delle 21:12 del 13/5/25 (dico più o meno perché per qualche motivo la mia consulente aveva il dubbio che china potesse essere Cina, quando anche in Modicano piena=china), dopodiché alle 21:28-21:30 produco la metrica 1, poi arriva la correzione «Che sô raggi r'argentu inci la terra» alle 21:51, e io, a parte chiedermi «Come mai a sô luci ma la terra? Il sô dopo raggi non si può?» (21:55), alle 21:57 produco la finale; che poi da anca passa a tórna il 25/7/25 alle 18:37;
- Il Pisano, dove la versione originale è datata 14/5/25 10:48, e la finale l'ho fatta io alle 11 di quel giorno;
- Il Pesarese, dove la versione originale è datata 15/5/25 14:41, e io reagisco con "aiuto, dentórne MA?", e chiedo come dire vicino; appurato che abbiamo acòst (ma, presumo), scarto l'idea «Mò dentórne ma quella(?) bela Luna», delle 17:12, e produco la versione metrica, primi due versi alle 18:12, resto alle 18:14; i versi 1 e 4 sono approvati, il 3 deve solo cambiare le->lia, perfetto, ma al secondo, con luce che si dice luma, abbiamo un problema; provo con «La i arpònn ancora la luma sua» (18:57), il consulente suggerisce «La i arpònn ancora la su luma» oppure «La i arpònn ancòr la su luma» (19:50), al che dico ci manca un trocheo in fondo, potremmo mettere tutta, o granda, o magari anche bèla (idee delle 19:53); il consulente approva granda alle 20:42, e così siamo alla versione finale;
- Il Veronese, dove la versione originale arriva, scritta a mano su un foglio in tutto maiuscolo e fotografato, dalla maestra Chiara il 15/5/25 alle 16:20, e la versione finale è la mia metricizzazione delle 17:35;
- Il Catanese, dove il 25/5/25 alle 11:16 mi arrivano finalmente notizie del padre Catanese della consulente Garganica (che ancora deve mettersi a far la sua versione); costui dice che «non parlo catanese stretto,comunque questo è catanese», parlando della mia versione siciliana generica, e aggiunge «A me risulterebbe: "Attornu a la luna''."Li so' raggi d'argentu"», per poi avere dei dubbi sui diacritici della mia ortografia; oltre a spiegare i diacritici, mando le due versioni sotto indicate colla loro data e ora, e attendo nuove; la seconda è perché, se è "li sò raggi", perché non "li stiđđi", che mi guasterebbe il metro? Il v. 2 di questa è passato da «N'autřa vota ammuccia la luçi sò» a «N'autra vota la luce sò n'ammuccia alle 22:52 dell'11/6/25;
- Il Brindisino, per cui il marito della consulente del Salicese il 28/5/25 alle 8:59 mi manda la versione inziiale, io il giorno dopo alle 12:32-12:34 produco la versione metrica, con «Èti chiena, e comu l'argentu npinccia» che cambia alle 12:39; coi tre messaggi di lui «a da bedda Luna = a quella bella Luna» (12:42), «E'ti chiena - Meglio E'ti Chena.» (12:43), «più di tutto / Splende sul mondo. = Chiù di tuttu mpiccia sopra lu Mundo.» (12:44), produco le versioni finali, dove il consulente raccomanda la Finale 2;
- Il Messinese, per cui il 29/5/25, come parte di una serie di contattamenti di vecchie conoscenze potenziali consulenti, contatto una compagna di corso di magistrale che è di Messina; lei dice che ci prova, a fare il Messinese, e alle 21:22 mi manda la versione iniziale, che metto a posto metricamente alle 22:23; peraltro non splendore, ma splenduri, infatti mi sembrava sospetto splendore :); dev'esser stato il correttore…;
- Il Serrastrettese, che richiede un po' di retroscena; dunque, il 29/5/25 mi decido finalmente a scrivere alla sorella del putativo consulente di Lameziano, il quale praticamente mi ha ghostato; lei mi dice che il suo dialetto è un dialetto misto, perché ha mischiato il Lametino (non Lameziano) di dove viveva con il Serrastrettese di sua madre, che è comunque Ca1, e con qualsiasi mischione parlasse il padre, che ha pure vissuto in più posti; dunque mi mette in contatto colla madre perché lei è disponibile, e i suoi amici indicano Franz Tropea come consulente per il Lametino; Franz non risponde ancora, ora il 31/5 che sto scrivendo;
La madre invece risponde il giorno dopo, mandandomi la versione iniziale alle 7:26; mai vista una traduzione più corta di una strofa saffica :); vista la libertà di quella versione, gli a capo sono messi da me un po' a sentimento :); provo a indovinare un aggiustamento metrico, ed ecco la versione metrica, con partenza «Ntornu(?) â bella luna e stelle tutte / Su ammucciate quannu edi china issa(?) / d'argiantu tuttu stu munnu alluce» alle 9:58 e conclusione alle 12:51, e di cui lei dice «Il problèma è che tu costruisci, per come la costruisci tu, non è… non sono termini che si usano nel mio dialetto. Ora io guardo quello che tu mi hai scritto e riprovo a, uh, riscrivere, in maniera tale che tu possa musicarlo» alle 13:01; e così abbiamo la versione ricorretta, che stavolta è accapabile per riflettere il Greco;
Solo che il metro è andato a ramengo, ma non ci metto molto a sistemarla alle 13:34-13:39, con "tuttu lu mundu" pensato alle 14:15 invece di "tuttu 'stu mundu"; e questa viene approvata alle 14:18, compreso "tuttu lu mundu", anche se dall'audio che mi manda per la pronuncia emergono questioni fonetiche ancora da risolvere, da cui i caratteri å e ä, che sono suoni a metà tra a e, rispettivamente, ò ed è; il secondo è quasi sicuramente /æ/, il primo è un po' più dubbio, per cui sto aspettando che lei provi a far caso a come lo produce e mi risponda; se lune sera non ho ancora risposta, sollecito :). - Il Melissanese, convertito dallo Scorranese alle 21:14 del 6/6/25;
- Il Cittadellese, courtesy of la mia parrucchiera; la versione iniziale è mandata alle 21:50 del 7/6/25, con un'ortografia un po' diversa ma io adatto :), dopodiché per l'1:48 finisco la versione metrica 1 che mando all'1:55, poi continuiamo a WhatsAppare perché c'è quel "se" in "a se sconde" che non capisco perché ci sia; alle 8:38 versione metrica 2, poi mi sa che decido che "nascondere" è confluito in "nascondersi" nel Cittadellese; credevo ci fosse una metrica 3, invece no, quindi nella metrica 2 modifico il v. 2 da «Ła sua(?) luce(?) ła se nasconde ancora» a «Tutta la sua(?) luze ła se sconde ancora» (8/6/25 13:09), e anzi a «Tutta la sò luce 'a se sconde ancora», 12/6/25 15:50, e modifico anche sol in sul visto che nell'audio delle 8:23 sempre dell'8/6/25 sembra dica "'a splénde sul móndo" come finale; visti gli iati, il 20/8/25 alle 9:17 penso "Ògni steła lassù intorno a beła luna", che ne evita almeno uno (quello di steła);
- Il Lancianese, courtesy of una seconda cugina acquisita che ho scoperto di avere l'8/6 e che già il giorno dopo mi ha mandato degli audio di suo fratello colle due versioni iniziali, una alle 7:56 e l'altra alle 9:50, per poi vedersi la mia versione metrica alle 15:43, prodotta alle 15:39-15:43; il 12/6/25, appena dopo aver messo il Lancianese qua, vedo un messaggio delle 16:56: «Ugne stell .... / / toglierei la congiunzione "e" tra piena e allumene», quindi è di fatto l'approvazione, con quelle due modifiche, cui replico «Ugne OK. Se togliamo "e", mettiamo un : a fine v. 2. In effetti meglio così, schiacciare "-a e a-" in una sillaba sola era un po' troppo :).» alle 17:26; e così vado ad implementare sotto; sempre questo fratello ha un amico teramano che è pure stato "ingaggiato" (parola della cugina), e si spera mandi presto una versione;
- Il Lucchese, fatto da me il 23/6/25 alle 14:39-15:13 in due versioni, di cui la seconda ha la preferenza del consulente, il quale suggerisce di cambiare Unni in Onni (prima parola) alle 15:28;
- Il Teramano, arrivato già metrico dal famoso amico del fratello di cui nella voce del Lancianese, il 24/6/25 alle 22:06;
- Il Coriglianese, con versione originale arrivata da un amico di uno di CL di Pisa l'1/7/25 alle 10:47, con commento «in Coriglianese, dialetto di Corigliano Calabro (CS) tradotto da un professore universitario in filosofia», versione metrica 1 fatta da me lo stesso giorno, seconda metà alle 10:56 e seconda alle 10:59, e versione metrica 2 fatta, in seguito a «In questo caso le stelle vanno al plurale altrimenti non si capisce chi è il soggetto, e per lo stesso motivo metterei la luna nella prima strofa» (4/7/25 8:25) alle 8:30 del 4/7/25;
- L'Agrigentino, con versione originale arrivata dalla consuocera della Giovanna flautista l'1/7/25 alle 16:00 e la versione metrica è delle 16:10 di quel giorno; poi c'è la versione "audio", che è la trascrizione dell'audio arrivato dal consulente il 21/7/25 alle 8:30;
- Il Ferrarese, con versione "Mia" del 15/7/25 alle 11:55-11:59 + 13:32-13:40, versione "Sua" di M.C. mandata il 24/7/25 alle 15:11, e versione "metricizzata" ottenuta da me modificando quella lo stesso giorno entro le 15:59; il 26/7/25 alle 12:07 arriva un audio in cui approva la mia versione, ma non specifica quale forma del verso 2: «La faza impizada la luga ancora,» o «N'altra volta la luga la sò luṣ»? Su domanda specifica, opta per la seconda alle 15:02 dello stesso giorno;
- Il Lunigianese (Aullese), con versioni iniziali arrivate dal genero della Simmini tramite lei il 17/7/25 alle 12:06, prima la traduzione dell'italiano letterale (iniz-L), poi quella dell'italiano in metrica (iniz-M), versione metrica-S mia delle 12:09 di quel giorno, poi ce n'è una che se provo a metterla sotto sborda in mille modi dal margine quindi la cito qui «Ògni shtéela 'ntórno a la bèla luna, / Tuta la sò(?) luce anchǝ mó la piate: OR La brillanta fàcia la piate anch mó: OR Tuta la sò(?) luce la piate anch mó: / Pièna e argǝntà, pu dǝ tuto lei(?) la / Shplénde sul muòndo.», delle 15:13 dello stesso giorno, mentre le altre versioni sono delle 16:50, SS senza schwa non va bene, CS con schwa approvata scartando i finali alternativi «Pu dǝ tuto lé, piéna e argǝntà, la / Shplénde sul mondo.» e «Lé la shplénde, piéna e argǝntà, sul mondo / Mó pu dǝ tuto.», pure delle 16:50;
- Il Töitschu di Issime, ovvero Walser valdostano, e questo ha una lunga storia :); si inizia chiedendo a D.F. un riferimento per il Valdostano Francoprovenzale; lui trova qualcuno ma il qualcuno non è in grado, però c'è Sei di Aosta se, un gruppo Fb; mi unisco, posto questo, e mi arrivano un po' di commenti: una che mi chiede di scriverle in privato, qualcuno che suggerisce di rivolgermi al "guichet del BREL" (lo sportello linguistico del Bureau Régional d'Ethnologie et Linguistique, ndR, che cerco su Google e mi porta a scrivere si Instagram a @patoisvda), e Tony Landi, che mi segnala Irene Alby per il Walser e mi dà il contatto su Messenger;
così scrivo su WA a questa Irene, che si mostra disponibile, e nel giro di due giorni produce la versione Iniz, con tanto di audio da cui l'IPA; arrivato il testo alle 9:51 e l'audio alle 9:53 del 28/7, alle 15:41 arrivo a fare la M1, primo tentativo di aggiustare il metro;
prima chiamata, 15:51:16-16:06:07 del 28, e ne esce la M2, mandata a Irene alle 16:03; ma ci sono ancora problemi; M3 alle 16:22, riprendendo il noch wider dal Tedesco; altre chiamate lo stesso giorno alle 20:48:52-20:55:50, 21:36:24-21:46:27, e 22:00:04/05-22:05:41, e alle 21:05 sia M4 che M5, poi l'idea di sostituire il primo nunh con ah alle 21:48 o con qualcosa tipo "guarda" (seh?) alle sempre 21:48, o il finale «Wénn er lljitzenit uber d'weelt mia dén allz, / Volli un geeldini» alle 21:53, coll'ambiguità che sembra il mondo pieno e argenteo; M6, 21:58, ma «No questa ha una sillaba di troppo nel penultimo verso. Per qualche motivo ho contato geeldini come bisillabo :)» (21:59); M7 riprendendo il noch wieder del Tedesco, alle 22:26, e barando su geeldini -> geeld'ni; inizio alternativo «Um da schiene moane noch wider khoalten / Allu d'sterni úriu schéinigs gsicht, nunh» alle 12:49 del giorno dopo (29/7);
idea nuova di Irene: sichtut invece di llitzenit, da cui la versione Sichtut; 4 tentativi di collocare il buco nella versione Sichtut: «Volli un geeldini, <uu-u> sichtut / Uber ünsch ganzu weelt», «Volli un geeldini, sichtut <-u-u> / Uber ünsch ganzu weelt.», «Volli un geeldini, uber d'ganzu weelt / Sichtut <u-u>», e «Volli un geeldini, uber d'ganzu weelt / <-uu> sichtut», 16:02; 16:04, l'idea di metter dentro il cielo: «Magari far comparire il cielo per riempire il buco? "Sichtut im Hemel" o qualcosa del genere, nella penultima versione?», «O "aus da Hemel" (tiro a indovinare) nella seconda versione?» (alle 16:05); ultima chiamata alle 16:08:28-16:26:04, che approva, in definitiva, la prima idea di cielo, ma hümmil, non Hemel; - Dopo che la chiamata di Irene mi ha forzato a parlar del progetto coi miei, il 29/7 a tavola col babbo penso a Cirino Vasi, un suo collega siciliano; è di vicino a Messina, ma, dice il babbo, parla "un dialetto diverso dal Siculo"; uuuh, Galloitalico di Sicilia? Eh già, è di San Fratello, e dunque Sanfratellano sia; e trovo un megadizionario online per cui alle 14:22-15:12 faccio la mia versione, con una modifichetta alle 15:43 (amucciu -> amuccia), che ho il dubbio se sia amuccia o amuòccia (15:54), e di cui Cirino, che ha solo la versione delle 15:12, ancora non sa nulla; del resto deve chiedere ai suoi, quindi potrebbe esserci da aspettare assai;
dato che Cirino dice «Non esistono più sanfratellano doc. Sono tutti surrogati» e di far finta che vada bene, mi unisco a San Fratello il mio paese, postandoci; e i commenti rivelano che proprio bene non va; infatti dalla versione iniziale arriva poi quella inmetrica alle 21:38 del 16/8/25, e da lì vengono le due ri-metriche, col dubbio su quei chìussei e argìant; dopodiché si apre una discussione fonetica, con «la duna cìna, chìussei di tut causi, la terra allumina» come tangenziale all'1:04 del 17, e la ri-metrica 3 alle 9:58 di quel giorno, e ancora adesso 'sta storia della i muta non l'ho capita ma sono abbastanza convinto che sino schwa; quindi dove lui nella sua inmetrica mette i intende schwa, dove mette ì intende autentica i; - Il Valgrisenchese, uno di 4 Patoués valdostani mandatimi da Liliana Bertolo Boniface, quella che mi aveva detto di scriverle in privato e che Irene Alby ha sollecitato; qui come negli altri 3 Patoués che seguono, IL è la traduzione della traduzione italiana letterale che mando ai consulenti, IL IPA ne è l'IPA dal vocale, IM è la traduzione dell'Italiano in metrica (con "nasconde ancora", quindi prima di "di nuovo asconde", che peraltro è effetto di una segnalazione di ambiguità di Irene, che lamentava il fatto che non sia chiaro chi sia il soggetto di "piena, argentea […] splende", e io invece ho aggiustato l'ambiguità di "ancora" :) ), IM IPA è di nuovo l'IPA da vocale, M è la versione metrica mia finale, e M IPA è l'IPA che a questa do sulla base dei vocali;
dunque, le 4 versioni arrivano tutte in due immagini delle 14:31 del 29/7/25, foto di stampe che hanno questi 4 Patoués nell'ordine in cui li riporto; curiosamente i vocali non sono nello stesso ordine, facendo Valgrisenche-Aymavilles-Brusson-Villeneuve; i vocali sono tutti delle 14:32, tranne l'ultimo, delle 14:33; alle 16:09 sistemo prima gli ultimi due versi di Valgrisenche, poi il resto; più che cambiare il mio indovinato "tutta" in "totta" (16:17) e correggermi il typo argentée (16:19), questa versione non la tocca; - Il Villeneuvese, che inizialmente lascio perdere in quanto deuntor è probabilmente problematico per la metrica, ma poi vedendo "Lo brillèn vezadzo" che ha il ritmo giusto per iniziare un verso comincio a mischiare pezzi di versi, e per le 11:08 dell'1/8/25 ho la versione metrica, che mando alle 11:13, con "lei(come si dice?)", cui LB risponde «Si dice lli» alle 11:15;
- L'Aymavillese, il Patoué di LB, che sistemo per ultimo, alle 11:20 dell'1/8/25, con «la grimma / Leur llouyenta» che diventa poi come sotto alle 11:42, soluzione che piace di più a LB e quindi adotto; c'è nella mia metrica originale anche un Aita indovinato dal Brussonese (v. sotto), che diventa Èitsa alle 11:43 per correzione di LB; e c'è un éhèile intruso dal Villeneuvese che viene corretto in étèile alle 11:53 da LB;
- Il Brussonese, il primo che rimaneggio, con la prima parola che inizialmente, alle 16:05 del 29/7/25, resta come buco da riempire, poi LB suggerisce É ("E") alle 16:15, che non mi convince perché iniziare una frase con una congiunzione… brr :); alle 17:04 arriva il suggerimento di Aita, con tanto di audio «'Ajta jɛh'tele» (17:06), ma «Eh ma aita sono due sillabe, e non posso fare sinizesi perché dopo c'è la Y che, trovandosi tra due vocali, diventa una consonante. Nell'audio si sente che "aita y estele" ha un ritmo da adonio (-uu-u), non da doppio trocheo (-u-u) come serve a me» (17:33); e alle 17:55 LB suggerisce La (là);
- Il Vercellese, by A.P., che arriva in versione iniziale il 31/7/25 alle 8:23, che sistemo nella versione metrica 1 alle 9:01, partendo dal v. 2, poi 3-4, infine 1, poi alle 9:54 «Al so asbarlüs n'altra voeulta i ascòndu», ma quel -ta_i_as- tutto una sillaba è troppo, poi «N'altra voeulta al so/bel asbarlüs i ascòndu» alle 9:57, infine alle 10:28 la moglie di A.P., il mio riferimento, mi suggerisce "ancura na vira", sicché alle 10:36 arrivo alla metrica-2, che attende approvazione finale; l'8/8/25 alle 18:44 mi si suggerisce "ancura na volta", sicché alle 18:45 abbiamo la versione audio, che così chiamo perché viene registrata in un audio delle 19:13; questo audio rivela un paio di problemi, evidenziati alle 19:23 con la soluzione del primo, mentre alle 20:12 do due soluzioni del secondo problema: la versione pseudofinale e la finale, presentate in ordine inverso ma approvate «Bene entrambi, forse meglio il primo, come preferisci tu» (9/8/25 8:44);
- Il Canavesano, by Rinaldo Doro, contatto avuto da L.B. dei Patoués; la versione inziiale viene da lui alle 10:50 del 31/7/25, e io la sistemo alle 10:56 dello stesso giorno, con versione finale che inizia con «Tuti(?) ij astèile» dove il Tuti viene soppresso quando l'audio mostra, come temevo, che "ij" non si può schiacciare dentro "Tuti" come pensavo di fare, ma deve fare sillaba a sé; poi chiedo contatti per Domodossola o dintorni, e la zona Occitana, e R.D. mi dà i contatti di M.V.G. e N.P. risp.;
- L'Elbano, giunto dopo tanti ritardi perché voleva lo spartito per farla musicale, e rivelantesi identico all'italiano salvo non poter usare "asconde", sicché o si torna a "nasconde ancora", o si implementa l'idea di "cela", che ho pensato più o meno apposta per l'Elbano; attendo nuove; per ora metto "nasconde ancora";
- Il Bergamasco, che contavo facesse la P. ma poi, trovate risorse online sufficienti (si vede che avevo cercato male), il 5/8/25 alle 18:04-18:44 lo faccio io e la P. commenta «Bravissimo neanche un bergamasco sarebbe stato così bravo👏👏👏» (18:46);
- Un mio tentativo di "Occitano ignoto"; N.P. mi ha dato la mail della scuola Latina di Pomaretto, cui si appoggia per le traduzioni, solo che, laddove lo sportello francese ha subito girato allo sportello occitano la mia mail del 31/7 l'1/8, quel che pare debba esser stato mandato dallo sportello occitano nun arriva manco morto, sicché il 6/8/25 trovo un dizionario online e poi anche una grammatica, e alle 11:46-12:04 faccio la mia versione, coll'alternativa «plis nòstra tèrra» alle 12:10; N.P. non me la valuta, e sente lo sportello perché rimandino; se entro 'sto weekend non arriva niente, scrivo io allo sportello;
- Un tentativo di Pratese fatto il 6/8/25 alle 19:05-20:10 e sottoposto a una pratese doc che lo studierà con calma e lo sottoporrà anche a qualcuno ancor più doc di lei;
- Un tentativo di, a quanto pare, Rodiano Garganico, fatto ispirandomi a una raccolta di cose perlopiù di Vincenzo Campobasso ma anche una poesia di Maddalena Iavicoli, zero idea di dove sia lei mentre lui ho scoperto che è di Rodi e ha pubblicato un vocabolario di "Rudjèn", comunque la versione in questione si data a 7/8/25 1:12-1:32, con iagn' che diventa riegn' il 15/8/25 alle 17:24 sulla base del Sannicandrese;
- Il Sannicandrese, fatto finalmente a pezzettini con I.A.C. il 7/8/25 alle 9:38-18:45, che viene abbastanza diverso da quel tentativo, che ho dovuto cestinare nel momento in cui in Sannicandrese non c'è n'àvëta vòvëta ma n'àta vóta;
- Il Nulvese, fatto con G.P. il 7/8/25 alle 16:34(orario di invio della iniziale)/16:51-17:04, precisamente la versione sbagliata è 17:03 e l'aggiustamento del finale è delle 17:04; la bellesa è un'idea di G.P., la versione sbagliata ha solo il finale sbagliato perché è sóu, non su;
- Il Castellanese, con versione iniziale mandata sempre da G.P. il 7/8/25 alle 16:41, e versione metrica tentativa (pending approval as of 8/8/25 12:30) delle 17:04-17:06; arriva poi l'audio, alle 17:20 del 9/8/25… con un'altra versione; e allora rimetricizzo quella, creando le versioni ri-metriche, la 1 alle 18:32-18:41, la 2 alle 18:32-18:42, sempre del 9/8; attendo approvazione;
- Un tentativo di Grossetano mandato a F.L. il 7/8/25 alle 19:34 che attende commenti; ho provato anche il Senese una volta fatto il prossimo, ma non lo includo perché mi viene uguale a questo :);
- Un tentativo di Garfagnino, sempre del 7/8/25, di cui riporto l'intera storia: «Oh! Le stélle 'ntorno a la bella luna / 'N'altra volta celino 'l lor(?) splendore» (19:56), «Quando 'l su' splendore d'argento riempie / Tutta la Terra» (19:57), «'N'altra volta 'ntorno a la bella luna / Piena celino 'l lor splendor le stelle» (19:58), «Piena 'l lor splendore le stelle celino» (19:59);
- Il Francavillese Angitolano, da me tentato l'8/8/25 alle 19:06-19:13 pensando che fosse di Francavilla in Sinni (Lu3) invece è di Fr. Angitola (Ca1);
- Il Trapanese, con versione audio mandata l'8/8/25 alle 21:55 e metricizzazione parziale delle 0:30-0:44, con qualche chiarimento che deve arrivare per finirla; dunque, "ammuccia nårrè" era "ammùcciano arrè", con errore di concordanza verbale; aggiusto l'audio; la -r- che diventa -i- è confermata da Wikipedia, e la l velare davanti a u è confermata dal consulente; forte dei chiarimenti del 16/8/25, alle 10:10 faccio la metrica-1, e la metrica-2 è delle 10:14, sempre di quel giorno;
- L'Occitano Pomarettese dello sportello, con traduzioni iniziali arrivate l'8/8/25 alle 14:25, e il mio tentativo di metricizzarle, dell'1:13-1:15 del 9/8/25; quel "tout' sa lumiera" sarebbe "toutto sa lucche", mi scrivono il 22/8/25 alle 11:19, e che l'Occitano ignoto è medievale; bon, allora «Per stare in metrica sul v. 2 basterebbe "Luno ëncaro toutto sa lucche eicoundo" o "Luno eicoundo toutto sa lucche ëncaro". Assumendo che jomai sia accentato su mai e euiro sia due sillabe, "Luno eicoundo euiro jomai sa lucche" terrebbe il "di nuovo"», scrivo alle 12:20, notando poi che quel euiro con cant si sposa male e proponendo "e ilh", brutto iato, o la versione metrica-2 sotto, e loro accolgono invece la seconda proposta alle 13:46, anche se "di nuovo" non si tiene e diventa "ancora";
- Il Beneventano, mandato da M.C. il 9/8/25 alle 22:17 e metricizzato alle 22:18-22:20;
- Il Gallurese, da me tentato il 11/8/25 alle 19:36-19:56, e ancora in attesa di consulente;
- Il Craveggese, un Lo1 piemontese da confrontare col Brianzolo, inoltrato da M.V.G. (contatto dato da quello del Canavesano) alle 8:47 del 14/8/25 in duplice versione e da me metricizzato alle 12:51 dello stesso giorno; alle 20:14 del 14/8/25 arriva dalla Craveggese l'osservazione «Šššplɛndùr, šš, šš, ššplɛndùr, non colla esse, splɛndùr, ma šššplendùr» in audio; concludo che la versione va bene, salvo aggiustare questa cosa di pronuncia;
- Il Monteschenese, arrivato come audio in versione iniziale il 14/8/25 alle 18:25 e metricizzata in due versioni alle 19:02 dello stesso giorno; attendo ancora approvazione per una delle due;
- Il Pantesco, mandata in versione iniziale alle 21:56 del 14/8/25 e metricizzata alle 22:01 con «Ogni stiddra ddrà(?) 'ngiro 'ngiro â beddra / Luna a luçi sò(?) n'àutřa(?) vota(?) muccia» come inizio, cambiato alle 0:30 della notte dopo; metto anche la trascrizione dell'audio della iniziale;
- Il Palinurese, commentata come versione iniziale all'1:21 del 15/8/25 (parliamo di un post sul gruppo di Palinuro, come dal gruppo Pantelleria è partito il Pantesco) e metricizzata la prima metà alle 9:26 con a virì corretto alle 9:29 dalla consulente e alle 9:32 da me, e la seconda metà alle 9:28, con finale «Riegne(?) ri(?) luce(?)» o «i- / nonda(?) ecc» corretto in «Inghi ri luci» dalla consulente alle 9:57; e alle 10:07 arriva la correzione llà->dà;
- Il Pistoiese, fatto da me il 24/8/25 alle 0:28 e approvato entusiasticamente alle 5:23 da Matteo Pagnini; attendo l'audio;
- Il mio tentativo di Bellunese del 25/8/25 ale 12:12-12:19, in attesa di approvazione;
- Il Campobassano, inoltratomi da S.R. il 28/8/25 ale 12:15, in attesa di audio e con indovinata grafia più fonetica, nonché metricizzazione del 2/9/25, vv. 3-4 14:52, v. 2 14:53, v. 1 tenuto uguale alla iniziale; dall'audio del 9/9/25 alle 10:52 arriva la versione audio, e combinando la mia metrica e le piccole differenze dell'audio dalle mie aspettative, ecco la metrica 2 alle 11:04; a S.R. pare molto campobassano :);
- Il Piacentino, mandato in versione iniziale da E.C. (che non è la mia responsabile :) ) il 29/8/25 alle 15:13, metricizzato da me quel giorno alle 18:22-18:30 nella versione metrica-1, con aggiustamenti di E.C. alle 19:03 e audio delle 19:24 trascritto nella versione audio, e versione metrica-2 delle 12:30 del giorno successivo, salvo il "là" pensato alle 22:24 del 31/8;
- Due Elbani bis, delle 10:54 e 11:26 del 30/8/25, tentati da me guardando online le peculiarità dell'Elbano, per distinguere l'Elbano dall'Italiano;
Greco: Ἄστερες μὲν ἀμφὶ κάλαν σελάνναν Ἂψ’ ἀπυκρύπτοισι φάεννον εἶδος, Ὄπποτα πλήθοισα μάλιστα λάμπῃ ἀργυρία γᾶν.
Lericino (Li2):
E stele, entorno aa bela luna La aloghen torna er se splendente aspeto. Quando, piena, la inlumina pu che mai, Argentea, a Tera.
Lericino (Li2):
Ogni stela entorno aa bela luna A brilante faccia la aloga anca, Avoa che piena, argentea, La splenda sur mondo pu de tuto.
Lericino (Li2):
Òngni stéla entórno aa bèla luna A brilante facia la alòga tórna Quando, piéna, argéntea, la splénda pu de Tuto sur móndo. Russiano (Ro): Tòtt 'e su splendôr agli arpõna nẽca Tòtti al stël atôr'n a ch'la bëla lõna Quãnd che, pìna, piò tãnt arzẽt la-s dõna Cun la su luș. Napoletano (Cm1): Ogne stella llà 'ntuorn'â luna bella N'ata vota ascunne 'tt' 'a luce soja, Mo' ca essa è chièna, e ch'e raggi 'e argento Inchie 'tt' 'a terra.
Genovese metrica barbara (Li1):
Tutte e stelle in gïo a-a luña bella O luxente moro seu intafoan torna Quande a l'é piña e d'argento a l'impe Tutta sta Tæra.
Genovese metrica barbara (Li1):
Tytte 'e stélle in gïu a-a bèlla lyña Turna ascuñdañ 'a sò lyxéñte faccia Quañde a l'é tuñda e d'argéñtu a l'impe Tytta sta Tæra. Torinese metrica barbara (Pi1): Àur ancur dantor a la bela lun-a Soa brilanta fàcia lë stèile a stërmo; A l'è pien-a e a lüs pì che tut, fasend la Tèra d'argent.
Craveggese (Lo1):
I štèll, intùrn a la bèla lüna, Ancura šcuñdañ ul soeu šplendùr, Quant, piéna, püssèe che mai La ñlümina argjentàa, la Téra.
Craveggese (Lo1):
Ògni štèla antùrn a la bèla lüna La brilanta facia šcunda ancura Adèss che piéna, argentàa, püssèe da tütt Šplénda sul mónd.
Craveggese (Lo1):
Ògni štèla 'ntùrn a la bèla lüna Tüt ul soeu šplendùr n'altra voeulta šcunda; Piéna e argentàa, lé püssèe da tütt la ñlümina ul mónd. Bergamasco (Lo2): N'ótra ólta là intùren a la bèla Lüna i stèle i scònd töt ol lur splendùr Quand che, piéna, co la sò lüs d'arzènt l'i- nonda la Tèra. Scorranese (Sl3): Tutte e stiddhe intornu a la luna beddha N'addha fiata scùnnunu a luci loru Mo ca iddha è china, e lu argentu suo sta Inchie 'sta Terra.
Barese (Pu1):
Tutt' 'e stell' atturn' a la bellë lunë N'aldë vot' ammùccënë 'a luscë llòrë Si jè chièinë jèddë, e stè anghje' a Tèrrë Chë llu su argèndë.
Barese (Pu1):
Totti i stell atturn a bella lun nnalta volt ascunnn a lusc loro Si ied è chin, e ste ad anghi la ter pu u argint su.
Barese (Pu1):
Tòtti i stèll' atturn' â bèlla lunë N'alta volt' ašcùnnën' 'a luscë lòrë Si jèdd' è cchin', e stè ad anghì la terrë P'u argintë su.
Barese (Pu1):
Tòtti i stèll' atturn' a 'sta bèlla lunë N'alta volt' ašcùnnën' 'a luscë lòro Quann' è cchinë jèdd', e p'u argintë su stè ad Anghì la terrë.
Barese (Pu1):
Tòtti i stèllë llà atturn' â bèlla lunë N'alta volt' ašcùnnën' 'a luscë lòro Quann' è cchin', e stè ad anghì la terrë P'u argintë su(jë). Reggino (Ca2): Tutti i stiddhi attornu â bella luna U sò lumi ammùcciunu 'n'atra vota 'Ora ch'iddha è china e i sò spèri i argèntu Ìnchiunu 'a Terra
Aquilano (Sb):
La sé luce angora le stelle tutte Cèlano llà 'ndurnu alla luna bella Mò ch'è piena e spande ju argendo sé pe Tutta 'ssa Terra.
Aquilano (Sb):
Óra lòcu ndurnu alla luna bbèlla Ógni štélla la luçe sé našcónne; Éssa è ppiéna, e španne j'argèntu sé pe' Ttutta šta Tèrra.
Tarantino (Pu2):
Ognë steddë tuttë 'a lucë sóvë Ncat' 'a beddë lunë scunfunn' arrètë; Jèddë mò jè chjnë, e l'argèndë(?) súvë Anghië 'sta Terrë.
Tarantino (Pu2):
Ògnë stèddë mò tutt''a luce sòvë Ngatt' 'a bbeddë lunë šcunfùnn' arrétë; Iddë mò jè chinë, e ll'argèndë suvë Anghië 'sta Terrë. Perugino (Ub1): La su luçe ntórno a la bèlla luna Aniscónđe ^gni stélla n'altra v̆òlta Lia è piéna e riémpe d'argènto 'l mónno Cólla su luçe. Belmontese (Mc2): Tutti l'astri ndorno a la luna bélla Bbùscianu di nou la luce loro; Piena adè colle', u suo argendo ccima Tutta la Terra. Trentese (Tr): Ògni stéla entórno a la bèla luna I òci soi brilanti la sconde ancóra Èla mò l'è piena, e d'arżent la empie Tuta 'sta Tèra. Veneziano (Ve2): Ógni stéla ^entorno^ a la ^bela^ luna La soa luse ^granda^ la sconde ^ancor^; Piena e ^tuta^ argento, co la soa luse el ^Mondo^ la ^inonda^.
Cimbro (CI):
Um in schümma må tuschen est di stèrne In mustàtz vo naügom, antånto az er, voll Un so silbran, vüllt pinn soi liacht di Earde, un Scheint inn pa hümbl.
Cimbro (CI):
D'sterne tuschen est uminum um in ma In mustàtz vo naügom, antånto az er Voll un schümma, vüllt pinn soi silbran liacht di Earde vo in hümbl.
Cimbro (CI):
dʃtɛʀnɛ tu.ʃɛn ɛʃt u.mi'num um in mɔ in mus'tats vo 'nay̯.gom, an'tɔn .to az ɛʀ vol un 'ʃy.ma, vylt pin soj 'sil.bʀan lia̯xt di Ɛa̯ʀdɛ vo in hymbl.
Sanrocchino (Lo3):
Chi stèli là visin(?) a la lüna bèla La lüs ch'i g'han i a nascundan ancura/amò Quand l'è piena e l'è adré a riempì La Tèra d'argent.
Sanrocchino (Lo3):
Tüti i stèli entòrn(?) a la lüna bèla La lor(?) lüs amò i a nascundan, mò/dèss(?) che Lé(?) l'è piena e l'è adré a riempì la Tèra Cun(?) el(?) soeu(?) argént.
Sanrocchino (Lo3):
E stèlli, intùrn alla lüna bèla, Äd noeuv i nescùndan al lórǝ splendúrǝ spät Quand'è ppiéna e ppiù che mai l'illümina, Argɛnté(a), la Tèrra.
Sanrocchino (Lo3):
Tüti i stèli intùrn alla lüna bèla I nascùndan umò al lur splendùr Quand'è ppiéna e, tüta argentéa, la Tèrra Tüta l'illümina.
Fermano (Mc2):
Tutte le stelle ntorno a la Luca bella bbuscano de noho la luce loro Piena è lei, il suo argendo rrempie tutta la Terra
Fermano (Mc2):
Óngni stélla ntórno a la Luna vèlla Bbusca ancóra la luce sua, mò ch'éssa, Piéna, de ll'argèndo suo va rrempièndo Tutta la Terra. Pasticcio Gasperinese (Ca1): Tutti i stidhi ntornu a' bella luna U sò(?) lustru ammùcciunu 'n'atra vota Mò ca è chjina e ccu lu sò(?) argèntu(?) inchje(?) Tutta 'sa Terra. Ladino Alto-Badiotto (LA): Vigni stëra incërch a la bela löna Ala ascogn ciamó süa stizënta müsa Sëgn che, plëna, ala implenësc le monn cun Rais düc de arjënt. Berchiddese (Sa3): Ogni istella intundhu a sa bella luna Prestu galu occultat sa lughe sua Candho issa est piena e su arghentu sóu Piena sa Terra. Ciociaro (Cm2): Ogne stèlla 'ntòrne a la biéglie gliùna Glie sìe grugne gliustre arenguatta angora, Quande leie è pina, e l'argento(?) sìe Enghie(?) 'sta Terra.
Pisano (To5):
Quarsiasi stella cólla luna piena Si sa che ‘un si pole fà vedé Quando ‘llumina ar massimo sprendore D’argento il terreno mondo.
Pisano (To5):
Cólla luna pièna quarșiasi stélla ‘Un si pòle mia fà vvedé, si sa, Quando ‘llùmina ar massimo sprendóre D’argènto 'r móndo. Pistoiese (To7): Ógni stélla intorno alla luna b̆èlla Tutta la su' luçe ði nòvo çèla Quand'è ppièna e 'l mondo ð'argènto inónda Colla su' luçe.
Griko (GC):
Πάσσο αστέρι τ' ένε σιμά 'σο φφέγγο Άρτενα το λούστρο του το κκρυβίννει· Τϲείνο έν' γομάο, ττϲαι τη γγη γγομώννει Μ'ο ασήμι του.
Griko (GC):
Pàsso astèri t' ène simà 'so ffèngo Àrtena to lùstro tu to kkryvìnni; Cìno èn' gomào, cce ti ggi ggomònni M'o asìmi tu.
Griko (GC):
Τ' αστεράτcια τι ένε σιμά 'σο φφέγγο Άρτενα το λούστρο τω το κκρυβίννουν Τϲείνο έν' γομάο, ττϲαι τη γγη μ'ο ασήμι του Τη γγομώννει.
Griko (GC):
T' asteràcia ti ène simà 'so ffèngo Àrtena to lùstro to to kkryvìnnun; Cìno èn' gomào, cce ti ggi m'o asìmi tu Ti ggomònni.
Sardo Campidanese (Sa1):
Dogni istèddu presu a sa luna bella N'altra volta attraccat sa luxi sua
Sardo Campidanese (Sa1):
Sos istèddus s'or' 'e sa bella luna Su splendori insoru acùant torra Candu essa est prena e su argentu suu Prenit sa Terra.
Palermitano (Si7):
Ogni stiđđa ntornu â luna bieđđa A sò luçi n'àvutřa vota ammuccia Òra ch'iđđa è china, e i sò řaggi 'i argentu Jìnchiunu a teřřa.
Palermitano (Si7):
Ogni stiđđa ntornu â luna bieđđa I sò luçi ammuccia ancuora Òra ch'iđđa è china, e d'argentu, Ađđuma tuttu u munnu.
Palermitano (Si7):
Ogni stiđđa ntornu â luna bieđđa I sò luçi n'àvutřa vòta ammuccia Òra ch'iđđa è china, e tuttu u munnu ađ- đuma d'argentu.
Palermitano (Si7):
Ogni stiđđa ntornu â luna bieđđa I sò luçi n'àvutřa vòta ammuccia Òra ch'iđđa è china, e d'argentu adduma Tuttu lu munnu.
Palermitano (Si7):
Eccu: i stiđđi đđà ntornu â luna bieđđa I sò luçi n'àvutřa vòta ammùcciunu(?) Òra ch'iđđa è china, ed(?) adduma tuttu u Munnu d'argentu.
Catanese (Si2):
Tutti i stiđđi attòrnu a la luna beđđa A sò luçi ammùccianu n'autřa vòta; Iđđa è china e li řaggi sò d'argèntu Jìnchiunu a Teřřa.
Catanese (Si2):
Ogni stiđđa attòrnu a la luna beđđa N'autřa vòta la luçi sò n'ammuccia Quannu è china e li řaggi sò d'argèntu Jinchiunu a Teřřa.
Brindisino (Sl1):
Di stelli intornu a da bedda Luna Arretu scundunu lu loru aspiettu stupiendu Quandu eti chena chiussai npinccia comu l'argientu la terra.
Brindisino (Sl1):
Ogni stella intornu a da bedda luna Da so luci arretu da scundi quandu Èti chiena e, tutta d'argientu, npinccia Chiussai la terra.
Brindisino (Sl1):
Ogni stella intornu a da bedda luna La sò luci arretu la scundi quandu Èti chena e, tutta d'argientu, npinccia Chiussai la terra.
Brindisino (Sl1):
Ogni stella intornu a da bedda luna La sò luci arretu la scundi quandu Èti chena, e chiù di tuttu mpiccia Sopra lu mundo.
Veronese (Ve5):
OGNI STELA ATTORNO ALA BELA LUNA LA BRILANTE FACIA LA SCONDE ANCORA, ORA CHE, PIENA, DE ARGENTO, PIASSÉ DE TUTTO LA SPLENDE SUL MONDO.
Veronese (Ve5):
Ógni stèla attórno ala bèla luna La brilante facia la scónde ancóra, Èla, tuta argento, piassé de tuto, Pièna, la splénde.
Lancianese (Ab1):
Ógne štéllë ndórn'a la luna bbèllë Annascónn' angórë la faccia bbrëllandë, Mó ca è ppiéna e cculórë d'argèndë, chiù dë tuttë cósë Arësplènnë sóprë lu mònnë.
Lancianese (Ab1):
Li štéllë, ndórn'a la Tèrrë Annascónn' angórë chélla bbèlla faccia sé, Quand'è ppiéna e cculuratë d'argèndë, chiù chè mmaii Allùmënë la Tèrrë.
Lancianese (Ab1):
Ugne štéllë ndórn'a la luna bbèllë Chélla lucë sé annascónn' angórë: Quand'è ppiéna allùmënë cchiù chè mmai la Tèrrë d'argèndë.
Coriglianese (Cs2):
Tutti i stilli vicini 'a luna bella ammuccini ancora 'a faccia lucentə quannə supra 'u munnə / spanna cchiù i tutti 'a luci narginteti
Coriglianese (Cs2):
Ognə(?) stilla(?) 'a faccia lucentə ammuccia(?) Llà(?) vicina(?) 'a luna bella ancora. Quannə 'a luci i argintə(?) cchiù i tutti spanna Supra 'stu munnə.
Coriglianese (Cs2):
Tutti i stilli 'a faccia lucentə ammuccini Llà(?) vicini 'a luna bella ancora Quannə 'a luci i argintə(?) cchiù i tutti spanna Supra 'stu munnə.
Coriglianese (Cs2):
Tutti i still' 'a faccia łucent' ammuccınǝ Llà vvıcinı 'aa łuna bbèlla angòrǝ Quann' 'a łuci i argièntə cchiù 'i tuttı spanna Supra 'stu munnə.
Lucchese (To8):
Ónni stélla intórno alla luna bèlla La lustrènte faccia nascónde ancóra Quando, pièna e ttutta d'argènto, splènde Sópra la tèrra.
Lucchese (To8):
Ónni stélla intórno alla luna bèlla La su' lluçe ancóra nascónde 'uando, Pièna e ttutta argènto, più dd'óngni 'òsa Splènde 'n sul móndo.
Ferrarese (Em3):
Ògni stélla intórn a la bèlla luna N'altra volta la sò luṣ al nascónd Quand che, pina e tutta d'arzént, la luna al Splènd sóra l mónd.
Ferrarese (Em3):
Ognuna stela vsina ala bela luna La faza impizada la luga ancora, Or che, pina, arzènta, piu ad tutt La fa lus in tal mond.
Ferrarese (Em3):
Ogni stela vsina ala bela luna N'altra volta la luga la sò luṣ, Or che, pina, arzènta, piu ad tutt la fa Lus in tal mond.
Töitschu (Issimese, WA):
D'sterni um da(m) schiene moane Khoalten noch üriu schéinigs gsicht, Wénn/[Nunh das] er volli, geeldini, mia dén allz Lljitzenit uber d'weelt.
Töitschu (Issimese, WA):
'dʃtɛ:ʁni um dam 'ʃiɛ̯nɛ 'mɔa̯nɛ̌: 'kʰoa̯ltɛn nox 'yʀiu 'ʃei̯niks gziçt wen:/[Nuŋ das] ɛʁ 'vol:i 'ge̯ɛldɪni mia̯ den 'al:tsǝ 'ʎitzɛnit 'ub:ɛʁ dwɛ:lt.
Töitschu (Issimese, WA):
D'sterni khoalten noch um da schiene moane Üriu schéinigs gsicht wénn er mia dén allz, Volli un geeldini, lljitzenit Uber d'ganz(?) weelt.
Töitschu (Issimese, WA):
D'sterni khoalten noch üriu schéinigs gsicht Um da schiene moane wénn mia dén allz, Lljitzenit er uber ünsch ganzu weelt, Volli un geeldini.
Töitschu (Issimese, WA):
Um da schiene moane noch wider khoalten Üriu schéinigs gsicht alle d'sterni, wénn er, Volli un geeldini, uber d'ganzu weelt Mia dén allz lljitzenit.
Töitschu (Issimese, WA):
Allu d'sterni khoalten amum nunh um da Schiene moane üriu schéinigs gsicht Nunh das, volli un geeldini, er lljitzenit Mia dén allz uber d'weelt.
Töitschu (Issimese, WA):
Allu d'sterni khoalten amum nunh um da Schiene moane üriu schéinigs gsicht Nunh das, uber d'weelt lljitzenit er mia dén Allz, volli un geeldini.
Töitschu (Issimese, WA):
Allu d'sterni khoalten amum nunh um da Schiene moane üriu schéinigs gsicht Wénn er lljitzenit, volli un geeldini, mia dén Allz, uber d'ganzu weelt.
Töitschu (Issimese, WA):
Allu d'sterni khoalten noch wider um da Schiene moane üriu schéinigs gsicht, nunh Das er lljitzenit, volli un geeld'ni, mia dén Allz, uber d'ganzu weelt.
Töitschu (Issimese, WA):
D'sterni khoalten noch um da schiene moane Üriu schéinigs gsicht wén er mia dén allz, Volli un geeldini, sichtut Uber d'ganzu weelt.
Töitschu (Issimese, WA):
D'sterni khoalten noch um da schiene moane Üriu schéinigs gsicht wén er mia dén allz, Volli un geeldini, uber d'ganzu weelt Sichtut im hümmil.
Töitschu (Issimese, WA):
'dʃtɛ:ʁni 'kʰoa̯ltɛn nox um da 'ʃiɛ̯nɛ 'mɔa̯nɛ 'yʀiu 'ʃei̯niks gziçt wen: ɛʁ mia̯ den 'al:tsǝ, vol:i un 'ge̯ɛldɪni, 'ubɛʁ 'dgantsu wɛ:lt 'ziçtut im 'hym:il.
Patoué de Vagrezentse (Valgrisenche, FP):
Le-z-ésèile outor de la dzenta leunna Torna catchon leur lloouiyenta grimma Can, pléya, aleunne d'estrà Ardzentée, la tèra.
Patoué de Vagrezentse (Valgrisenche, FP):
Lǝze'sɛjlǝ, u'tɔʀ dǝ la 'dzejnta 'løn:a, 'Tɔrna 'katʃon løʀ lju'j:ɛnta 'grim:a, Kan 'ple:ja, ʔ a'løn:ǝ de'stra, Ardzen'teǝ, la 'tera.
Patoué de Vagrezentse (Valgrisenche, FP):
Tsaque ésèila outor de la dzenta leunna La llouiyenta grimma catche euncora  que, pléya, adzentée, pi de tot Brille su lo mondo.
Patoué de Vagrezentse (Valgrisenche, FP):
'Tsakǝ_e'sɛjla u'tɔr dǝ la 'dzejnta 'løn:a, La lyi'jɛnta 'grim:a 'katʃe (ø)ŋ'kora, A'a ce 'plej:a, ardzen'teǝ, pi de 'tɔtte 'Briʎe sy lo 'mondo
Patoué de Vagrezentse (Valgrisenche, FP):
Tsaque éséila outor de la dzenta leunna La llouiyenta grimma euncora catche Can aleunna, pléya, ardzentée, d'estrà Totta la Téra.
Patoué de Vagrezentse (Valgrisenche, FP):
'Tsakǝ_e'sɛjla u'tɔr dǝ la 'dzejnta 'løn:a, La lyi'jɛnta 'grim:a øŋ'kora 'katʃe Kan a'løn:ǝ, 'ple:ja, ardzen'teǝ, de'stra 'Tɔt:a la 'tera.
Patoué di-z-Amaveulle (Aymavilles, FP):
Le-z-étèile a l'entor de la dzenta leunna Co eun cou catson la leur grimma louyenta, can, plén-a, pi que jamì aleunne, ardzentéye, la téra.
Patoué di-z-Amaveulle (Aymavilles, FP):
Lǝze'tɛjlǝ a len'tɔʀ dǝ la 'dzenta 'løn:a ko (ø)n ku 'katson la lø(r) 'grim:a lyi'jɛŋta, Kam 'plẽj̃a, pi ke ʒa'mi, a'løn:ǝ, aʀdzɛn'tejǝ, la 'tera.
Patoué di-z-Amaveulle (Aymavilles, FP):
Tsaque étèila a l'entor de la dzenta leunna La meun-a llouizenta catse euncó Ara que, plén-a é d'ardzèn pi que jamì aleunna lo mondo.
Patoué di-z-Amaveulle (Aymavilles, FP):
'Tsak e'tɛjla_a len'tɔʀ dǝ la 'dzenta 'løn:a La 'mø̃a ʎyizɛ̃ŋta 'katsǝ dǝ pi (ø)ŋ'ko, 'Ara ce, 'plẽj̃a e dar'dzɛ̃ pi ce ʒa'mi, a'løn:ǝ lɔ 'mɔndɔ.
Patoué di-z-Amaveulle (Aymavilles, FP):
Èitsa: a l'entor de la dzenta leunna Le-z-étèile catson de pi la grimma Llouïzenta, can, plén-a e ardzentéye, a- leunne la téra.
Patoué di-z-Amaveulle (Aymavilles, FP):
'Ɛjtsa: a len'tɔʀ dǝ la 'dzenta 'løn:a Lǝze'tɛjlǝ 'katson dǝ pi la 'grim:a ʎyizɛ̃ŋta, kam, 'plẽj̃a e aʀdzɛn'tejǝ,_a- 'løn:ǝ la 'tera.
Vercellese (Pi2):
Varda i astégli atur dla lüna I ascòndu turna al so bel asbarlüs Quand ca la nlümina, ben sclenta e pien-a Tüt al nos mond.
Vercellese (Pi2):
Varda: atur dla lüna i astégli tüti Turna al so bel asbarlüs i ascòndu Quand ca, pien-a, bela e ben sclenta, tüt al Nos mond la nlümina
Vercellese (Pi2):
Varda: atur dla lüna na vira ancura Tüti i astégli i ascòndu al bel asbarlüs (*) Quand ca, pien-a, bela e ben sclenta, tüt al Nos mond la nlümina.
Vercellese (Pi2):
Varda: atùr dla lüʔna, na volta ancura Tüti j astégli j ascùndu al bèl aṣbarlüs, Qua/n/ ca, pieŋa, bèla e beŋ asclénta, Tüt al nòs mónd la ŋlümina.
Vercellese (Pi2):
Varda: atur dla lüna j ascòndu ancura N'auta volta al bel asbarlüs j astégli, Quand ca, ben asclenta, al nos mond la nlümi- na, pien-a e bela.
Vercellese (Pi2):
Varda: atur dla lüna j ascundu ancura N'auta volta al bel aṣbarlüs j astégli, Quand ca, ben̂ asclénta, lé, pien̂a e bèla, al Nòs mónd la n̂lümina. Bolognese (Em1): Tótti äl strèl avséin a la bèla lóúna La só bèla faża äl i arpiata ancåura; Li l'é péna, e l'impinéss la tèra Con al só arzänt. Elbano (To6): Ongni steǝlla, attorno alla bɛlla luna, La brıllante faccia nasconde ancora, Or che ppiɛna argɛntea, più ddi tutto Splɛnde sul mondo. Senese (To3): Ancora Deve Arrivare Questo Pratese (To2): Ogni stella intorno alla bella luna Tutto i' su' splendore di novo e cela; Pièna e tutta argento 'on la su' luce i' Mondo e ci riempie. Rodiano Garganico (Pu5): Ogne stell' atturn' a la bèllë luna Ce nascunnë(?) n'àvëtë vòvët' int' u Suj'(?) argèntë(?), quannë sta chién'(?) e riegn'(?) u Munnë dë lucë(?).
Nulvese (Sa2):
Ogni istella intundu a sa bella luna Cuada torra sa sua bellesa, Candho issa este piena sa luminosidade sua Indorada sa Terra.
Nulvese (Sa2):
Ogni istella intundu a sa bella luna Torra prestu cuada sa sua bellesa Candho este piena, e sa Terra inunda Cun(?) su su(?) arghèntu.
Nulvese (Sa2):
Ógni istèlla intundhu a sa bèlla luna Tòrra prèstu ćuada śa lughe sua Candho èste ṕièna, e su arghèntu śóu i- nundar sa T́èrra. Occitano medievale (OC): Aila a l'entorn de la bèla luna Quec estela cacha ancar sa lumiera Quand es plena et mai(s) que jamai(s) d'argent em- plena la Terra / plis nòstra Tèrra. Francavillese Angitolano (Ca1): Tutti` i stidrhi` drha attornu` a a bedrha luna` U sò` lumericchju epèta ammùccianu` Quann'` è` chji(è?)na e cchjiù ri` tuttu` riegne` u Munno d'argento`.
Pantesco (Si9):
Ogni stiddra ‘ngiro ‘ngiro a beddra luna A lucente faccia di novo muccia, Ora chi, china, ‘ngirtata, / chiù di tutti cosa Splenne ‘nto munno
Pantesco (Si9):
Óngni stiddra 'ngiru 'ngiru â beddra luna A luçèntı faccia di nòvu mmuccia Òra chi, cchina, 'ngintata, chiù di tutti cosë Splénnı ntô mónno.
Pantesco (Si9):
Tutti i stiddri ddrà(?) 'ngiro 'ngiro â beddra Luna a luçi sò(?) n'àutřa(?) vota(?) mùccinu(?) Chiù di tutti cosa ntô munno splenne, China, 'ngirtata.
Bagnarese (Fr1):
Ogni stele ator dala biele lune La lusint sô muse di gnûf la plate, Co la lune plene la jemple 'l mont de Rais ducj di arint.
Bagnarese (Fr1):
Li stelis ator dala biele lune La lusinte muse di gnuf la plate, Cumò che, plene, d'arint, plui di dut Slûs sul mont.
Piacentino (Em4):
Ogni stëlla dinturan a la bella löina La brillanta fassia ad növ la sconda Adess che, piina, d’argint, pö ad tutt La spleinda in sal mond
Piacentino (Em4):
Ogni stëlla dinturan a la bella Löina adess ad növ la so lüz la sconda; Le la spleinda, piina e d'argint, pö fort(a) ad Tutt in sal mond
Piacentino (Em4):
Ógni stǝlɐ, dintùʀɐn a la só bèlla loina, Adès ɐd nóuv lɐ sò lüṣ lɐ scóndɐ; Lè lɐ splè̃ĩdɐ pina e d'aʀgĩĩt, pó fòʀt ɐd tött, ĩs ɐl mõõnd.
Piacentino (Em4):
Tūtt i stëll là dinturan a la bella Löina adess ad növ la so lūz i scondan; Le la spleinda, piina e d'argint, pö fort ad Tutt in sal mond. |
Italiano: Ogni stella attorno alla bella luna La brillante faccia di nuovo cela, Or che, piena, argentea, più di tutto Splende sul mondo. Siciliano "generico": Tutti i stiđđi ntornu a la luna beđđa A sò luçi ammùccianu n'autřa vota Òra ch'iđđa è china, e i sò řaggi 'i argentu Jìnchiunu a teřřa.
Pesarese (Ms):
Ògni stela dintórne ma la bela Luna La brilant facia la i arpònn ancora Vèst ché. pén, argentèd, Pió de tutt la splend sèl mond.
Pesarese (Ms):
Ogni stela acost ma la bela luna Tota la su lus (??) la i arpònn ancora. Mò che le(?) la splend pió de tutt sèl mond, Pén, argentèd.
Pesarese (Ms):
Óngni stéla acòst ma la bèla luna La i arpònn ancór la su luma granda Mò che lia la splènd pió de tutt sèl mónd, Pén, argentèd. Irpino (Cm4): Ogni stella attuornu a la bbella luna N'ata vota la luci sua nasconne Mò ca edda è chiéna e r'argentu suu Énghe la Terra.
Genovese non metrica barbara (Li1):
E steile, in gîo a-a lunn-a bella, Ascondan fito a sö faccia luxente, Quande lê, pinn-a, ciù de tutto a luxe Fando d'argento a tæra.
Genovese non metrica barbara (Li1):
'E stélle, in gîu a-a bèlla lyña Ascuñdañ fitu 'a sò faccia luxéñte, Quañde lê, tuñda, ciỳ de tyttu a lyxe Faxéñdu 'a Tæra argéñtu. Torinese non metrica barbara (Pi1): Lë stèile, dantorn a la bela lun-a, A stërmo sùbit soa fàcia brilanta, Cand chila, pien-a, pì che tut a lüs Fasend d'argent la tèra.
Monteschenese (Lo4):
Ògni stèǝla in gjiǝr a la bèla lüna La su luminosa façia la našcùnt incùra Adèss ch'l'è piéna e iluminà, püssée che prima, La risplént sul munt.
Monteschenese (Lo4):
Ògni stèǝla in gjiǝr a la bèla lüna La našcunt la su lüs(?) incùra adèss che, Piéna e iluminà, lé(?) püssèe che prima Sul munt la splent(?).
Monteschenese (Lo4):
Ògni stèǝla in gjiǝr a la bèla lüna La našcunt la su lüs(?) incùra adèss che, Piéna e iluminà, lé(?) püssèe che prima ul(?) Nost(?) munt la ilümina(?). Brianzolo (Lo1): Varda: i stèll intorn a la bèla lüna N'altra voeulta i scònd ul lor splendùr; Lee l'è piena e l'è dré impienì la Tèra Cunt ul sò argent. Salicese (Sl2): Ògne štiddha ntòrnu a la luna bbèddha N'aura fiata scunne la luçi sòa Mò ca iddha è cchina e ll'argèntu sòa šta Bbinchie 'šta Terra. Foggiano (Pu4): Tùtt' 'e stèllë là attyrn'â lynë bbèlla N'atë vœt' ammùccën' 'a lycë lòrë Mò ca èss' è chién', e k'u argíndë syjë Ènghjë 'sta Tèrra. Locrese (Ca2): Tutti i stiji attornu â bella luna U sò lumi ammùcciunu 'n'atra vota 'Ora ch'ija è china e i sò raggi i argèntu Lìncunu 'a Terra. Sezzino (La2): Ancora Deve Arrivare Questo
Materano (Pu3):
Ongni ppianàt' attirn' attirn' alla bbèlla lø(y)në La fòccë dë lœsc' ascaunn' angàr Màjë ca d'argɨ̀nd' i cchiànë cchjì de tittë løscë Sop' 'o minnë.
Materano (Pu3):
Óngni stèla attirn' alla bbèlla leunë Maj' la fòccë dë leusc' ascàunn' angàr Quònn'hi cchiàna i cchjì de tittë iàgn' 'u Minnë d'argındë.
Materano (Pu3):
U ppianàt' attirn' alla bbèlla leunë La sij' fòccë dë leucë angàr ascàunnënë Quònn'hi cchiàna i cchjì de tittë iàgn' 'u Minnë d'argındë.
Spoletino (Ub2):
E shtelle attorno aa luna tanto carella Nashconnono subbitu quella forma chiara Che quann’è piena, d’argendo, che pare chiccòsa Appiccia sù lu munnu
Spoletino (Ub2):
Tutte e shtelle attorno aa luna bella Subbitu nashconnono chella forma Chiara, quann'è piena, ed appiccia sù lu Munnu d'argendo.
Spoletino (Ub2):
Tutte e shtelle attorno aa luna bella / carella Nashconnono 'ngora quella forma Chiara, quann'è piena, e appicia sú Lu munnu d'argendu
Spoletino (Ub2):
Tutte e shtelle attorno aa luna bella / carella Nashconnono 'ngò quella forma Chiara, quann'è piena, e appiccia sú Lu munnu d'argendu
Spoletino (Ub2):
Tutte e shtelle attorno aa luna bella (carella luna?) 'ngò nashcónnono quella forma chiara Mò che essa(ella?) è piena, e appiccia sù lu Munnu d' argendu.
Spoletino (Ub2):
Tutte e shtelle attorno aa luna vella / aa bbella luna Nashconnono 'ngó quella forma chiara / 'Ngora nashconnono […] Quann'essa è piena, e appiccia sú Lu munnu d'argendu
Spoletino (Ub2):
Tutte e shtèlle attórno aa bbèlla luna 'Ngóra çe nashcónnono quèlla fòrma Chiara, quann'è ppièna, e appiccia sù lo Munno d'argènto. Sambenedettese (Mm): Pure mó vecin'a lla lune bbelle Ogne stella la luce sé' nascunne, Mó ca jéss' è pijn', e la Terra rrèmpije Nghe tant'argènte.
Mezzocoronese (Tr):
Tute le stele sot a na bela luna I so oc che brila la fa speta ancor Adess che l'è sgionfa e d'arzent la ga riempì Tuta la terra.
Mezzocoronese (Tr):
Èco, ancor la tegne scondù el sò lustro Ogni stéla sot a la bèla luna Se l'è sgionfa e col sò arzent la Terra Tuta la empiene.
Mezzocoronese (Tr):
Èco, varda: tute le stele ancor el Sò slusor le tegnen scondù vezzin A la bèla luna che col sò arzent la em- piene la Terra.
Mezzocoronese (Tr):
Èco, varda: tute le stele, semper el Sò lustro le tegnen scondù sota a la bèla luna che col sò arzent la ga riempì la tera.
Mezzocoronese (Tr):
Varda: ancór la tègne scondù el sò lustro Ògni stéla sóto a la bèla luna Sgiónfa che la Tèra la ga riempì De lus de arzènt.
Mezzocoronese (Tr):
Varda: ancór la tègne scondù el sò lustro Ògni stéla sóto a la bèla luna Sgiónfa che col sò arzènt mò la ris'ciara Tuta la Tèra. Bellunese (Ve4): N'altra olta al lor(?) splendor(?) le stele I(?) nasconde(?) intorn a la bela luna Co l'è piena e con al sò arzent(?) la riempie(?) Tuta(?) la Tera.
Pustertaler (ST):
Um in schianen Mond umma bergen die Stern' seia Liacht, is stråhlende Åntlitz, während ea in Fülle, stärker wia jemåls friara, scheint auf die Erde.
Pustertaler tradotto in Italiano (ST):
Attorno alla bella luna nasconodono le stelle La loro luce, il [loro] raggiante viso, mentre Lei è piena, [e] più forte che mai (lett. che in qualsiasi tempo prima), Splende sulla Terra.
Pustertaler in IPA (ST):
um in 'ʃia̯.nεn mo:nt 'u.ma 'pɛʁ.gn̩ di: ʃtɛʁn 'seja lia̯xt is ʃtʁɔ:lεn.dε ɔnt.lıts vɛ:ʁεnt ɛa̯ ın 'fy.lε 'ʃtɛʁ.kεʁ via̯ 'je.mɔls 'fʁia̯.ʁa ʃajnt awf di: 'ɛʀ.dɛ Lodigiano (Lo3): Chéle ^stéle^ là adré a la ^lüna^ bèla Ancamò la ^lüs^ che i g'han, i ^nascondun^, Quand che lé l'è ^piéna^, e l'è adré a impienì la ^Tèra d'argent^. Anconetano (Mc1): Ogni ^stela^ ntorno a la bela luna 'N'altra volta la luce sua nasconde; Lei è piena, e riempie la Tera co 'na Luce d'argèntu.
Serrastrettese (Ca1):
Quandu a luna edi china e la terra edi alluciuta d'argiantu e stelle su ammucciate
Serrastrettese (Ca1):
Ntornu(?) â bella luna stannu ammucciate Tutte e stelle quannu èdi china issa(?) E cû(?) sò(?) splenduri d'argiantu alluce Tuttu stu munnu.
Serrastrettese (Ca1):
Ntuarnu alla pulita luna stanno e stelle ammucciate. Tutte e stelle quando edi china illa cullu sue sprendore d'argiantu alluce tuttu stu mundu.
Serrastrettese (Ca1):
Tutte e stelle là ntuarnu alla pulita Luna su' ammucciate quandu illa, china, Cullu sue sprendore d'argiantu alluce Tuttu lu mundu.
Bavarese Centrale:
Rings um’ scheanan Mond, då vadecken freili Stean um Stean ia glänzentigs Gsichtej, während Söwa, voj, in Glånz, den ma sischt nit wåanimp, Ea auf die Erd’ scheid.
Bavarese Centrale:
riŋs umː ʃɛ̃a̯nɐn Moːnd dɔ fɐdekn̩ frai̯li ʃtɛ̃a̯n um ʃtɛ̃a̯n iɐ̯ glɛnʦɛntigs gsiçtɛi̯ vɛrend søːva voi̯ in glɔnʦ den ma siʃt nit vɔɐ̯nimp ɛɐ̯ au̯f di ɛɐ̯d ʃãi̯d.
Bavarese Centrale:
Intorno alla bella luna, ecco che certo nasconde stella dopo stella il suo faccino splendente, mentre (essa) stessa, piena, in uno splendore che altrimenti (= da nessun’altra parte) non si avverte, (lei) risplende sulla terra. Nuorese (Sa2): Cada estella intundhu a sa bella luna Prestu galu occultat sa lughe sua Candho issa est prena e su arghentu sóu Prena sa Terra.
Romanesco (La1):
Ogni stella ntorno aa luna bella Ce nisconne 'a luce sua n'artra vorta Mò ch'è piena e sta a riempì de argento Tutta 'sta Terra.
Romanesco (La1):
Ógni stélla ntórno aa luna bbèlla Ce nascónne 'a luçe sua n'artra vòrta Mó ch'è ppièna e sta a rriempì dde argènto Tutta 'sta Tèra.
Fiorentino (To2):
Ogni stélla intorno alla luna βèlla É nascónd' i' ssu' bèl viṣo Óra hè ll'è ppièna e ttutt'argènto Rilucciha più ddi tutte ni mmóndo.
Fiorentino (To2):
Ógni stélla intórno alla luna b̆ella É nascónde i' su' bel viṣo quando, Tutta argènto e ppièna, n'i' mondo più ddi Tutte rilucciha. Chianino (To1): Ogni stella 'ntorno in la bella luna La su' luce ancora ce l'anisconde Or ch'è piena e co 'l su' argento piena Tutt'a la Terra. Arbëresh (AL): Îlľëzat popa nani afër hënës T' bukur fshehën dritën e tire, ndërsa Isht e plot ajo e rëgjëndi i tij k'të Bot' po e mbushën. Potenzese (GB): Ogne stedd' attorn' a la bella duna N'ata vota ammuccia/asconne la luce sova Quanne iedda è chiena e lu ^argentë^ sove Enchie la Terra / lu munnë.
Modicano (Si4):
Tutti li stiđđi ntuornu â beđđa luna Ammucciunu n'autřa vòta a sò luci. Ora iđđa eni china, e i sô raggi r' argentu Ìnciunu a terra.
Modicano (Si4):
Ntuornu a' bedda l'una li stiddi tutti A sô luci ammucciunu n'autra vóta Ora ch'idda, china(?) chî raggi sô raggi r' ar- gentu inci(?) a terra.
Modicano (Si4):
Ntuórnŭ â beđđa luna, li štiđđı tutti A sò luçi ammùcciunu n'autřa vòta Iđđa, china inci la Tèrra chê sò Raggı d'argèntŭ.
Messinese (Si1):
I stiddi attornu a bedda Luna N’autra vota mucciunu u splendore. Quannu, china, chiussai llumina, comu l’argento, a terra.
Messinese (Si1):
Tutti i stiddi attornu â bedda Luna N’autra vota mmùcciunu u sò splenduri Quannu, china, comu l'argentu idda llumina a terra. Melissanese (Sl3): Tutte e stiddhe intornu a la luna beddha N'addha fiata cùcciane a luce loru Mo ca iddha è china, e lu argentu sou sta Inchie 'sta Terra.
Cittadellese (Ve1):
Ogni steła intorno a' beła luna 'A sò faccia che 'a briła 'a se sconde ancora Ora che 'a zè piena, argentea, e pì de tutto 'A splende sol mondo.
Cittadellese (Ve1):
Ogni steła intorno a' beła luna 'A nasconde ancora la luce(?) sua(?) Ora che, d'argento, lei(eła?) pì de tutto 'a Splende sol mondo.
Cittadellese (Ve1):
Ógni stéła lassù intórno â béła luna Tutta la sò luce 'a se scónde ancóra, Óra che, de argénto, eła pì de tutto 'a Splénde sul móndo. Teramano (Ab3): Ógnë stèll' attórn' a la bbèlla luna La bbrëllanda faccia annascònn' angórë Ór chè ppièna, argèndia, chiù dë tuttë Splènnë sul mònnë. Cosentino (Cs1): Ancora da fare se quella rispondesse!
Agrigentino (Si5):
Ogni stidda intunnu a la bedda luna La facci lustra samuccia Ora che lustra chiossai di tutti Fa lustru in tuttu lu munnu
Agrigentino (Si5):
Ogni stidda intunnu a la bedda luna La sò(?) facci lustra samuccia ancora(?), Ora che fa lustru chiossai di tutti in Tuttu lu munnu
Lunigianese (Em5):
La shtéla 'ntorno a la bèla Luna D'nóvo a'n' fan vdére la lór b'léza, Quande, la Luna l'è piena la mand 'na luce ar'g'ntà Su 'n't la Tèra.
Lunigianese (Em5):
Ogni shtéla 'ntorno a la bèla Luna, La faciá brilanta la piàte ank mo, Mo cl'è piena, Ar'g'ntà pù d'tuto shplende sul mondo.
Lunigianese (Em5):
Ogni shtéla 'ntorno a la bèla Luna, La faciá brilanta la piàte ank mo, Mo cl'è piena, e, tuta ar'g'ntà, pù d'tuto Shplende sul mondo.
Lunigianese (Em5):
Ògni shtéla 'ntorno a la bèla Luna, La brilanta fàcia la piàte anch mó, Mó ch'l'è piéna, e, tuta argǝntà, pù d' tuto Shplende sul mondo.
Lunigianese (Em5):
Ògni shtéla 'ntorno a la bèla Luna, La brilanta fàcia anchǝ mó la piàte: Pièna e argǝntà, pu dǝ tuto lé la Shplénde sul móndo.
Sanfratellano (GS):
Ògni stòda attuòrn a la bèda dduna N'èutra vauta amuccia/amuòccia la saua luci; Ròda, cina, allumina cchiù di tutt cû Sa argiant la Terra.
Sanfratellano (GS):
Ogni stodda attuorn alla bedda duna, Neutra vauta ammuccia la saua luci; Roda cìna, allumina chìussei di tutt causi, Cu sa argìant la Terra.
Sanfratellano (GS):
Ògni stòdda attuòrn a la bèdda duna N'èutra vauta amuccia la saua luci; Cina, cu sa argiant chiussei di tutt causi La Terra allumina.
Sanfratellano (GS):
Ògni stòdda attuòrn a la bèdda duna N'èutra vauta amuccia la saua luci; Chìussei di tutt causi cu sa argìant La terra allumina.
Sanfratellano (GS):
Ògnı stòdda attuòrn a la bèdda duna N'èutra vauta amuccia la saua lucı; Quänn chiusseı dı tutt causih roda, cina, La Terra allumına.
Patoué de Veullanoua (Villeneuve, FP):
Le-z-éhèile deuntor la dzenta leunna Tournon catché leur lluizèn aspè, Can, plen-a, aleunne d'estrà, La tèra ardzentèye.
Patoué de Veullanoua (Villeneuve, FP):
lǝze'hɛjlǝ døn'tɔr la 'dzɛnta 'lønn:a 'Turnon ca't̉ʃe lœr luj'zɛŋ as'pɛ, Kan, 'plɛ̃a, a'løn:ǝ des'tra, La 'tɛra ardzɛn'tejɛ.
Patoué de Veullanoua (Villeneuve, FP):
Tsaque éhèila deuntor la dzenta leunna Lo briilèn vezadzo catse euncò, Ara que, plen-a, ardzentéye, pi de to Brilille su lo mondo.
Patoué de Veullanoua (Villeneuve, FP):
Tsak e'hɛjla døn'tɔr la 'dzɛnta 'lønn:a Lo bri'ʎɛn vǝ'zadzo 'katsǝ øŋ'kɔ, 'A:ra cǝ, 'plɛ̃a, ardzɛn'tejɛ, pi dǝ tɔ, 'Briʎǝ sy lɔ mondo.
Patoué de Veullanoua (Villeneuve, FP):
Lo brillèn vezadzo deuntor la dzenta Leunna tsaque éhèila ara catse euncò; Plen-a e ardzentéye, lli brille pi de To su lo mondo.
Patoué de Veullanoua (Villeneuve, FP):
Lo bri'ʎɛn vǝ'zadzo døn'tɔr la 'dzɛnta 'Lønn:a tsak e'hɛjla ara 'katsǝ øŋ'kɔ; 'plɛ̃a e ardzɛn'tejɛ, ʎi briʎǝ pi dǝ Tɔ sy lɔ mondo.
Patoué de Brestón (Brusson, FP):
Y ehtéle outor dé a béla leunna Torna i catchon a lour meunna leyénta Corra, piéna, pieu qué jamé l'aleunna, D'ardjèn, a tèra.
Patoué de Brestón (Brusson, FP):
Jɛh'telɛ, u'tɔr de_a 'bɛla 'løn:a, 'Torna i 'latʃoŋ a jor 'møn:a lǝ'jenta, 'Kɔr:a, 'pjena, pjø ke ʒa'me la'lønna, Dar'dʒɛn, a 'tɛra.
Patoué de Brestón (Brusson, FP):
Totte y ehtéle outor dé a béla leunna A leyénta meunna i catchon éncorra Orra qué piéna é d'ardjèn pieu qué jamé A l'aleunna o mondo.
Patoué de Brestón (Brusson, FP):
'Tɔt:e jɛh'tele, u'tɔr de_a 'bɛla 'løn:a, A lǝ'jenta 'møn:a i 'katʃoŋ eŋ'kɔr:a, 'Ɔr:a ke 'pjena e d'ar'dʒɛn pjø ke ʒa'me, A la'løn:a o 'mɔndɔ.
Patoué de Brestón (Brusson, FP):
La, y ehtéle outor dé a béla leunna A leyénta meunna éncorra i catchon, Corra, piéna, pieu qué jamé l'aleunna, D'ardjèn, a Tèra.
Patoué de Brestón (Brusson, FP):
La, jɛh'tele u'tɔr de a 'bɛla 'løn:a A lǝ'jenta 'møn:a eŋ'kɔr:a i 'katʃoŋ, 'Kɔr:a, 'pjena, pjø ke ʒa'me la'lønna, Dar'dʒɛn, a 'tɛra.
Trapanese (Si8):
Òngni stiđđa iŋtòʝno â bèđđa ʟuna A bbrillantɛ faccia ammùcciano͜ arrè, Òr chè, china, argɛntèa, kçù ṙi tuttɔ Splèndɛ su u munnɔ.
Trapanese (Si8):
Òngni stiđđa đđà(?) iŋtòʝno â bèđđa ʟuna A bbrillantɛ faccia nårrè n'ammùccia; (?) China e argɛntèa, kçù ṙi tuttɔ splèndɛ Supra 'stu munnɔ.
Trapanese (Si8):
Tutti i stiđđi đđà intòino â bèđđa ɫuna N'autřa vota ammùccianu a luçi loru; China e argentèa, cchjù ṙi tutto splènde Supra 'stu munno.
Trapanese (Si8):
Ogni stiđđa đđà intòino â bèđđa łuna Mó n'ammuccia a faccia brillante arrè; China e argentèa, cchjù ṙi tutto splènde a Łuna su u munno.
Elbano 2 (To6):
Mira: là vicino alla bella luna Tutto 'l su' splendore ogni stella cela Se d'è piena e co 'l su' argento riempie Tutta la Terra.
Elbano 2 (To6):
Mira: ancora intorno alla bella luna Tutto 'l su' splendore ogni stella cela [le stelle celano?] Se d'è piena e co 'l su' argento riempie Tutta la Terra. Grossetano (To4): Ogni stella intorno a la bella luna Tutto 'l su' splendore di nuovo cela Quando, piena, 'l mondo con la su' luce ar- gento lei riempie. Garfagnino (To9): 'N'altra volta 'ntorno a la bella luna Piena 'l lor splendore le stelle celino Quando 'l su' splendore d'argento riempie Tutta la Terra. Sannicandrese Garganico (Pu5): Mó nammóccënë n'ata vóta 'a lucë Lór' i stell' atturn' a la bèllë luna; Jéssa è cchjéna e chë l'argéndë sójë Riégnë 'sta Tèrrë.
Castellanese (Co2):
Dugnano istedda ingiru a la bedda luna La brillanti faccia terra a cua', Candu è piena argentata più di tuttu Illumina innantu a lu mundu.
Castellanese (Co2):
Oh! Le(?) istedde(?) ingiru a la bedda luna La brillanti faccia a cuànu(?) terra: Piena e argentata, lu mundu più di Tuttu ella(?) illumina.
Castellanese (Co2):
Dugna stéđđa, intòndou a la b̌èđđa luna, La b̌rellanti faccia* tòrra cüà, Av̆aři ghi è ppièna, spřèndi più ddi duttu* Innantu* a lu mòndu.
Castellanese (Co2):
Dugna stéđđa, intòndu a la b̌èđđa luna, La brellanti faccia cuà torra, avari OR La sò(?) luce(?) torra cüà, avari Chi ella(?) è piena, e più di tuttu splendi in- nantu a lu mondu
Castellanese (Co2):
Dugna stéđđa, intòndu a la b̌èđđa luna, La brellanti faccia cuà torra, candu, Piena e argentata, lu mundu più di Tuttu ella(?) illumina.
Occitano Pomarettese (OC):
Laz eitèla a la viroun dë la bèllo luno Laz eicoundën un poc lour vizagge brilhant, Cant, pléno coum zamé, ilh eiclarzî, Faito d’argënt, toutto la Tèro.
Occitano Pomarettese (OC):
Châc eitèlo a la viroun d’ la bèllo luno Soun luiënt vizagge eicoundo ëncâro, Euiro que, pléno, argëntâ, pi dë tout Ilh eiclarzî lou mount ëntìër.
Occitano Pomarettese (OC):
Châc eitèlo a la viroun d’ la bèllo Luno ëncâro eicoundo [tout' sa lumiera](?) Cant ilh eiclarzî pi dë tout la tèro, Pléno, argëntâ.
Occitano Pomarettese (OC):
Châc eitèlo a la viroun d’ la bèllo Luno eicoundo euiro jomai sa lucche; Ec(?), ilh eiclarzî pi dë tout la tèro, Pléno, argëntâ.
Occitano Pomarettese (OC):
Châc eitèlo a la viroun d’ la bèllo Luno eicoundo toutto sa lucche ëncâro, Cant ilh eiclarzî pi dë tout la tèro, Pléno, argëntâ.
Beneventano (Cm3):
E stelle attuorno a bella luna ‘nâta volta annasconnono a lloro bellezza. Quando è chiena, chiù assai, allúce d’argiento a terra.
Beneventano (Cm3):
Tutte 'e stelle llà attuorn'â bella luna Annasconnono m'ata volta a lloro Luce quando è chiena e cchiù assai allùce 'a Terra d'argiento.
Palinurese (Ce):
I stilli n'duornu a bella luna N'ata vota ammuccianu u loru brillandi virì, Quannu, chìna, chiù ca mai allumina, R'argiendu, a terra.
Palinurese (Ce):
Ogni stilla dà 'nduornu â bella luna N'ata vota ammuccia u virì brillandi, Quannu, china e tutta r'argiendu, a terra Inghi ri luci. Gallurese (Co1): Dugna stedda igniru a la (ghjiru in la?) bedda luna N'altra volta piatta lu so splendori Candu idda è piena e l'algentu sujo in- nunda la Terra.
Campobassano (MI):
Ogne stella attuórne a la luna bbella Annasconn la faccia brillant ancora Mo’ ca è chiena e pare d’argent' Sbrillucceca forte sopra a tuttu u munn'
Campobassano (MI):
Ognë štéll(a) attuórn(ë) a la luna bbèlla Annasconnë la faccia brillant(ë) ancóra Mó’ ca è chièna e pare d’argèntë Sbrilluccëca fòrtë sopra a tuttu u munnë
Campobassano (MI):
Ognë štéll' attuórn' a la luna bbèlla Annascónn' ancóra la luçë(?) sója(?), Mó’ ca è chièna e pare d’argènt' e sopra u Munnë sbrilluccëca.
Campobassano (MI):
Óngnë štéll' attórn' a la luna bbèlla Annascónnë la faccia brilland' angóra Mó’ ch'è cchién' e ppare d’argèntë Sbrëlluccëca fòrtë sópr' a tutt' 'o munnë.
Campobassano (MI):
Óngnë štéll' attórn' a la luna bbèlla Annascónn' angóra la luçë(?) sója(?), Mó’ ca è cchiéna e pparë d’argènt' e ssopra a 'o Munnë sbrëlluccëca. |