Oggi ci lanciamo sul Pontico con Esý temón to akrivón, che dà il titolo al post. Questa l'ho trovata per caso su Lyricstranslate il 3/8/2021, automandandomela come candidato alla traduzione alle 19:16.
Oltre due anni dopo, il 6/12/23, di nuovo dovevo aggiornare i messaggi (cfr. la traduzione di Klama), e per modificare i candidati alla traduzione ho scelto di lavorare a questa, traducendola tutta in Italiano tra le 14:47 e le 15:19.
Ecco di seguito testo in spelling Greco come da LT (con έρχεσε e έρτε scritte più etimologicamente, e con sc e c distinte da s e ts, e con Φοβούμαι scritto senza -v- perché nel video non la sento, e poi se "solo" è μαναχός, μοναχόνιν dovrà ben essere manakhónin – peraltro par di sentire έρϲεσαι + αρχάρι + ζόρεα invece di έρχεσαι + παρχάρι + ζόρια), con sotto la traduzione che credo letterale (il mio Pontico fa schifo e pure quello di Internet per cui alcune parole tocca desumerle dalle traduzioni), poi a destra una traslitterazione un po' turcheggiante (visto che comunque il Pontico è parlato dalle parti di Turchia e Russia e ha pure preso tsitsàki, anzi ciciàki, anzi çiçaki, dal Turco, a quanto posso ricostruire) e finalmente la traduzione cantabile.
Non so dove avessi preso «Παρχάρι μανουϲάκι», ma il verso corretto è «Παρχαρί μανουϲάκι μ'». Il m' si sente dal video, e l'accento, oltre che dal video, si deduce dalla risposta della Kika alla mia domanda su quel verso: abbiamo nominativo το παρχάριν, genitivo του παρχαρί, e qui si parla di "viola di montagna", se vogliamo.
Di conseguenza, il 26/12/23 alle 19:51, la versione italiana «Pascolo del mio cuore» viene cambiata in «Fiorellin/Violetta del mio cuore». Fiorellin ripete il fiore del verso prima, e violetta in quella musica diventa violettà. Penso che eviterò comunque la ripetizione. Del resto anche pascolo era pascoló, nella versione prima. Anche la traduzione letterale «Pascolo [e] giunchiglia» non si capisce da dove sbucasse: giunchiglia? Ma dove? Cioè ho trovato daffodil da qualche parte per μανουσάκι?
Due altre cose. Primo, -s è il possessivo di seconda singolare, quindi kurfía-s e emorfía-s. Secondo, noízo è "vedo, percepisco", non "penso", quindi «Se penso che tu venga qui» cambia in «Se vedo che tu vieni qui => Se vedo te venir da me» alle 18:40 del 28/12/23. E pure una terza: il ki della terza strofa è un non, quindi adrebbe scritto 'ki per distinguerlo da ki = "e".
Più avanti, il 27/12/23, appena uscito dalla doccia, così a caso decido di far la versione greca. Inizio alle 11:44 con Η θάλασσά μου είσαι 'σύ (Το ακριβόν μου), che poi cambia alle 11:44 in Για μένα 'σαι η θάλασσα / το ακριβόν, poi alle 11:48 faccio mezza terza strofa, poi alle 12:32-12:42 faccio il resto della seconda e il primo mezzo ritornello.
Vediamo!
Oltre due anni dopo, il 6/12/23, di nuovo dovevo aggiornare i messaggi (cfr. la traduzione di Klama), e per modificare i candidati alla traduzione ho scelto di lavorare a questa, traducendola tutta in Italiano tra le 14:47 e le 15:19.
Ecco di seguito testo in spelling Greco come da LT (con έρχεσε e έρτε scritte più etimologicamente, e con sc e c distinte da s e ts, e con Φοβούμαι scritto senza -v- perché nel video non la sento, e poi se "solo" è μαναχός, μοναχόνιν dovrà ben essere manakhónin – peraltro par di sentire έρϲεσαι + αρχάρι + ζόρεα invece di έρχεσαι + παρχάρι + ζόρια), con sotto la traduzione che credo letterale (il mio Pontico fa schifo e pure quello di Internet per cui alcune parole tocca desumerle dalle traduzioni), poi a destra una traslitterazione un po' turcheggiante (visto che comunque il Pontico è parlato dalle parti di Turchia e Russia e ha pure preso tsitsàki, anzi ciciàki, anzi çiçaki, dal Turco, a quanto posso ricostruire) e finalmente la traduzione cantabile.
Non so dove avessi preso «Παρχάρι μανουϲάκι», ma il verso corretto è «Παρχαρί μανουϲάκι μ'». Il m' si sente dal video, e l'accento, oltre che dal video, si deduce dalla risposta della Kika alla mia domanda su quel verso: abbiamo nominativo το παρχάριν, genitivo του παρχαρί, e qui si parla di "viola di montagna", se vogliamo.
Di conseguenza, il 26/12/23 alle 19:51, la versione italiana «Pascolo del mio cuore» viene cambiata in «Fiorellin/Violetta del mio cuore». Fiorellin ripete il fiore del verso prima, e violetta in quella musica diventa violettà. Penso che eviterò comunque la ripetizione. Del resto anche pascolo era pascoló, nella versione prima. Anche la traduzione letterale «Pascolo [e] giunchiglia» non si capisce da dove sbucasse: giunchiglia? Ma dove? Cioè ho trovato daffodil da qualche parte per μανουσάκι?
Due altre cose. Primo, -s è il possessivo di seconda singolare, quindi kurfía-s e emorfía-s. Secondo, noízo è "vedo, percepisco", non "penso", quindi «Se penso che tu venga qui» cambia in «Se vedo che tu vieni qui => Se vedo te venir da me» alle 18:40 del 28/12/23. E pure una terza: il ki della terza strofa è un non, quindi adrebbe scritto 'ki per distinguerlo da ki = "e".
Più avanti, il 27/12/23, appena uscito dalla doccia, così a caso decido di far la versione greca. Inizio alle 11:44 con Η θάλασσά μου είσαι 'σύ (Το ακριβόν μου), che poi cambia alle 11:44 in Για μένα 'σαι η θάλασσα / το ακριβόν, poi alle 11:48 faccio mezza terza strofa, poi alle 12:32-12:42 faccio il resto della seconda e il primo mezzo ritornello.
Vediamo!
Εσύ τεμόν το ακριβόν Εσύ τεμόν το έναν. Οντές νοίζω έρχεσαι Έρται παγών το αίμα μ'. Ρεφρέν· Άνοιξη-μ και τϲιτϲάκ-ιμ Παρχαρί μανουϲάκ-ιμ Μάλαμα-μ και χρυσόνιν Ένα και μαναχόνιν. Άνοιξη-μ και τϲιτϲάκ-ιμ Παρχαρί μανουϲάκ-ιμ Μάλαμα-μ και χρυσόνιν Ένα και μαναχόνιν. Εσύ τεμόν η θάλασσαν Ντο παν' κ' έρχουν βαπόρϳα. Αν θέλτς φερνέ με τη χαράν Αν θέλτς φερνέ με ζόρϳα. Ρεφρέν Εσύ αμάραντον τϲιτϲάκ 'Κι χάται η εμορφία-ς. Φοούμαι θα ματιάζνε σε Τση χώρας τα κουρφία-ς. Ρεφρέν Tu [sei] il mio tesoro Tu [sei] la mia sola. Quando vedo che vieni Va gelando il mio sangue. Rit.: Primavera mia e fiore mio Mia viola di montagna Gioiello mio e oro Unico e solo. Primavera mia e fiore mio Mia viola di montagna Gioiello mio e oro Unico e solo. Tu [sei] il mio mare Dove vanno e vengono le navi. Se vuoi portami la gioia Se vuoi portami dolori. Rit. Tu [sei] fiore incorruttibile Non appassisce la tua bellezza. Temo che ti mettano il malocchio I tuoi applausi [dati] dalla terra. Rit. Για μένα 'σαι το ακριβόν Επωδός· Ανοιξη, λουλουδάκι, Του βουνού μανουσάκι Για μένα 'σαι η θάλασσα Που παν κι έρχονται βαπόρια Αν το θες, δωσ' μου την χαρά, Κι αν το θες, δωσ' μου ζόρια Επωδός Εσύ αμάραντε ανθέ Δεν χανετ' η ομορφιά σου Επωδός |
Esí temón do akrivón Esí temón do énan. Ondés noízo érşese Érte pağón to éma m'. Refrén: Ánixi-m ke çiçak-im Parkharí manușák-im Málama-m ke khrisónin Éna ke manakhónin. Ánixi-m ke çiçak-im Parkharí manușák-im Málama-m ke khrisónin Éna ke manakhónin. Esí temón i thálassan Do pan' k' érkhun vapórä. An thelts ferné me ti kharán An thelts ferné me zórä. Refrén Esí amárandon çiçák 'Ki kháte i emorfía-s. Foúme tha matiázne se Tsi khóras ta kurfía-s. Refrén Tu sei il solo mio tesor, Sola cui vo pensando: Se vedo te venir da me, Mi va il sangue gelando. Rit. Mia primavera e mio fiore, Violetta del mio cuore, Tu sei il mio solo gioiello, Amore mio bello. Mia primavera e mio fiore, Violetta del mio cuore, Tu sei il mio solo gioiello, Amore mio bello. Tu sei il mio mare, tutto pien Di navi a tutte l'ore. Se vuoi la gioia porta a me, Se vuoi porta dolore. Rit. Tu fiore che appassir non sai, Bellezza permanente, Temo metta il malocchio a te, Lodandoti, la gente. Rit. Gia ména 'sä to akrivón Epōdós: Ánöxi̱, loyloydáki, Toy voynoý manoysáki Gia ména 'sä i̱ thálassa Poy pan ki érkhontä vapória An to thes, dōs' moy ti̱n khará, Ki an to thes, dōs' moy zória Epōdós Esý amárante anthé Den khánet' i̱ omorfiá soy Epōdós |
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