Wednesday 8 January 2020

Più bella di un angelo

Già vi immagino che dite «Sei in ritardo!». Beh, «Un blogger non è mai in rit-» *Ehm, forse non è tanto vero* Beh, in questo caso non sono in ritardo affatto, anche se oggi è mercoledì, perché quando devi postare «Ehi lascia entrare Ascanio Dall'otto di Gennaio» mica la puoi postare il 7, ti pare? Per chi non conosce la storia, vedi qui (e magari anche la parodia fatta da Dorianbe). E parlando di Dorianbe, «Ciabadancio alle bande», e vediamo che abbiamo oggi. Oggi abbiamo una canzone Persiana tradotta in Italiano. Il titolo è پريا | Pariyâ, letteralmente "fata", ma usato qui per descrivere una donna bella, quindi più "angelo", o "stella". L'ho conosciuta per l'italianizzazione nonsenso nel primo link, non saprei dire quando, e poi l'ho ridissepolta e tentativamente decifrata in novembre 2019, traducendola in Italiano tra le ~3:20 e le 3:49 del 29/11/19 (no, non 15: 3). Sotto riporto il testo originale con traslitterazione, e poi sulla sinistra l'alternativa tra l'italianizzazione nonsenso e una traduzione letterale in Italiano, e sulla destra la traduzione cantabile. Un paio di note linguistiche per chi, coem me, preferisce non fidarsi di traduzioni fatte e "decifrare" le canzoni parola per parola.
  • Pariyâ dò per scontato che sia una variante di pari, lett. "fata", usato però come "angelo" per riferirsi a donne belle.
  • "Nariyâ" posso solo dar per buono che sia raftan (رفتن), congiuntivo presente seconda singolare "beri", negato come "nari", più una particellla esclamativa -yâ.
  • Secondo me bače-hâ-ë dovrebbe essere bače, "ragazzo", + -hâ per il plurale, più un'ezafe, e quindi si dovrebbe scrivere con una heh finale, e non colla yeh che si trova nel testo sotto.
  • Notare la differenza tra "dozdan", aoristo, nel v. 3 e "mī dozdan", presente, nel v. 4, entrambi dal verbo dozdidan.
  • Manō, usato spesso nella canzone, è una contrazione di man (io) + râ (marcatore del complemento oggetto); nel caso di řešqe mano mī-dozdan abbiamo řešqe man, "il mio amore", + marcatore dell'oggetto. Fra l'altro notare che nel testo che avevo trovato si erano dimenticati l'ezafe su řešq, entrambe le volte.
  • Pūšam al v. 2 della "prima strofa" non è l'aoristo di prima singolare di pūšidan, ma il suffisso possessivo -am attaccato a pūš, "vestito". Non vuol però dire "il mio vestito", perché i vv. 1-2 sono un'unico sintagma nominale (vedi la marea di ezafe che vi si trovano) a cui si attacca il possessivo: yâr-ë (compagna) qašang-ë (bella) mū boland-ë (capelli lunghi – lett. "alti") meški pūš (vestito nero), e poi -am. [UPDATE Secondo l'amico iraniano, meškipūš è un'unica parola che significa "wearing black" (vestito/a di nero).] E il testo che ho trovato si era scordato TUTTE le ezafe.
  • "Lenge" riesco a trovarlo solo come "zoppo/storpio" o "gamba" + ezafe, quindi sembrerebbe che ci sia scritto "con la gamba delle tue sopracciglia" o "con le tue sopracciglia zoppe", se non che mi pare che aggettivo+nome non voglia l'ezafe che qua invece c'è. Mi sa che mi manca un senso. Google mi dà "lenght", errore di stumpa per "length" = "lunghezza", ma ovviamente non posso fidarmi solo di Google. [UPDATE] Avevo trovato anche il senso di "uno di un paio", come "lenge scarpa" è una scarpa di un paio, e questo è il senso qua, secondo il mio amico iraniano.] 'abrūhât è 'abrū, sopracciglio, -hâ plurale, -at (contratto a -t) possessivo di seconda singolare (=tuo). Di šaraq pure mi manca un senso, anche perché non lo trovo proprio, trovo solo l'omografo šarq (entrambi شرق in Persiano), che significa "est". Qui si legge che "bâdân šaraq šaraq bârâdan" vuol dire "The rain pelted down" (La pioggia cadeva pesantemente = pioveva forte), quindi sembrerebbe che "šaraq šaraq" significhi "violentamente" o "ripetutamente" (più la prima a dire il vero). [UPDATE A quanto pare šaraq è una specie di onomatopea di un rumore tipo schiaffo o colpo, e quindi anche della pioggia (vedi esempio trovato su internet).]
  • Na-zanī è la negazione di be-zanī, congiuntivo di zadan, "colpire". Pare che a questo Shahram Shabpareh che ha scritto la canzone piacessero molto i congiuntivi esortativi visto che non usa praticamente per niente l'imperativo :). Gūšam sarà da gūš, orecchio, o gūše, angolo?
  • 'Agë yē è colloquiale per 'Agar yek;
  • La frase che inizia così è un periodo ipotetico tutto al congiuntivo presente, manco fosse Latino :), un periodo ipotetico della possibilità, se ben ricordo, un tipo che in Italiano si è perso.
  • Rū pošt-e būm rox be-namâyi: Be-namâyi, come confermato dalla tabella di coniugazione sul Wikizionario persiano, è il congiuntivo presente seconda singolare (e qualche altra forma) di nemudan, "apparire/mostrare". Quindi "rox be-namâyi" è "per mostrare la guancia/faccia", assumendo un uso finale del congiuntivo. Oppure, stando nel periodo ipotetico della possibilità, "[e] mostri la guancia/faccia". "Rū pošt-e būm" è un problema. Rū (o meglio rō) dovrebbe essere una variante del marcatore del complemento oggetto râ (per cui cfr. il punto su manō), pošt-e vuol dire o schiena/didietro o dietro (preposizione), e būm può essere più cose tra cui la forma colloquiale di bâm, tetto, quindi… ma che Caspio? Intanto un marcatore di oggetto dietro un verbo che mi***ia ci fa? Ah e poi la versione "tetto" è pošt senza -e, quindi pošt-e būm sarebbe "dietro il tetto". [UPDATE Secondo l'amico iraniano, qua rū è essenzialmente un tū, vuol dire "sopra", e pūštebūm è lo stesso che būm, quindi "tetto". Ha parlato anche di tetti piatti, quindi m'immagino la tipa colla testa che spunta da un buco nel tetto :).]
  • Rūšo è un mistero. [UPDATE L'amico dice che è la faccia del sole, perché la tipa è più bella quindi il sole va nascosto.]
  • Notare che be-xẃâd ha una strana w muta, onde l'accento, e che biyây (da prima) e biyâd sono voci di âmadan (venire).
  • Il testo che ho trovato leggeva "panjë", che però vuol dire "zampa", che è, questa apre la zampa? No no, dev'essere finestra, cioè panjeraḥ, e l'ho corretto. Si erano letteralmente dimenticati una lettera :).
  • Il mio amico iraniano dice che "varō" vuol dire "posto/direzione", e quindi "'invarō 'unvarō" = "di qua e di là, da questa e da quella parte".
  • La seconda "strofa" abbonda di verbi fraseologici formati con kardan. Abbiamo vâ kardan (nella forma vâ mī-konī) "aprire", negâ kardan "guardare", e ṣedâ kardan "chiamare". Praticamente sono nome + kardan, come fosse "fare chiamata", "fare apertura" (no questo in realtà è "fare aperto/a", "rendere aperto/a"), "fare sguardo". I verbi così costruiti abbondano in Persiano.
  • Non ho idea di che effetto abbia il raddoppio "negâḥ negâḥ mī-konī" sulla forma "negâḥ mī-konī". [UPDATE Lui dice "stare", quindi guardare fisso. Sembra sensato.]
  • Mī-donand dovrebbe essere da donestan, "sapere", se non che la forma parrebbe essere mī-dunan.
E dopo tutti quegli UPDATE, alle 0:13 del 3/12/19, cambio «Con quelle lunghe ciglia» e «sulla terrazza» nella loro forma attuale. Per la verità, fino alle 13:57 del 2/12/19 era «alla terrazza», poi non so se questo «sulla terrazza» sia una versione intermedia o un ricordare male quello che ho appena corretto. Vediamo!


* ای قشنگ تر از پریا
تنها تو کوچه نریا
بچه های محل دزدند
عشقه منو می دزدند
عشقه منو می دزدند

*

ای یاره قشنگه مو بلنده
مشکیپوشم
با لنگه ابروهات شرق شرق
نزنی توگوشم
اگه یه روز بیای
رو پشتبوم رخ به نمایی
خورشید که بخواد بالا بیاد
روشو می پوشم

*

*

پنجره رو وقتی که وا می کنی
به هر طرف نگاه نگاه می کنی
پنجره رو وقتی که وا می کنی
اینورو اونورو نگاه می کنی
از این کوچه تا اون کوچه می دونند
که با نگات منو صدا می کنی
که با نگات منو صدا می کنی
* Hey, lascia entrare Ascanio
Dall'otto di gennaio,
Perciò limarla è tosta,
Esce ma non mi rosica,
Esce ma non mi rosica.

*

Hey Jole, lascia il bimbo, vola l'herpes,
Che buciarda,
O la ghiera blu, [oh,] sciala, sciala,
Il Lasonil ci brucia.
Alle Iene uno sbirro
Aiuta un{o} scemo, no, per non morir
Lo succhia tutto il pollo al buio,
Il bucio gli brucia.

*

*

[Dài,] giralo là, che chiamo Miccoli!
[Ehi] alza l'antenna! Ho detto Miccoli!
[Dài,] giralo là, che chiamo Miccoli!
[Sì,] ma non urlarlo nei gomitoli!
Ma se un po' sei giù, il pusher mi dona,
Te lo allego, ma non siedo, Miccoli,
Te lo allego, ma non siedo, Miccoli,
* Hey, più bella di un angelo,
Non andare da sola nel vicolo:
I ragazzi di [questo] posto rubano,
Rubano il mio amore,
Rubano il mio amore,

*

Hey, mia bella compagna dai capelli lunghi
Vestita di nero,
Con un tuo sopracciglio – pam pam! –
Non colpire il mio orecchio.
Se un giorno viedi
Sul terrazzo a mostrare la faccia,
Il sole che vuole salire in alto –
La [sua] faccia coprirò.

*

*

Ogni volta che apri la finestra
E guardi fisso in ogni direzione,
Ogni volta che apri la finestra
E guardi in questa direzione [e] in quella direzione,
Da questo vicolo a quel vicolo sanno
Che con il tuo sguardo mi chiami.
* 'Ey qašangtar az pariyâ
Tanhâ tū kūčë nariyâ
Bačhe-hâ-ë mahal dozdan
Řešq-ë mano mī-dozdan
Řešq-ë mano mī-dozdan

*

'Ey yâr-ë qašang-ë mū boland-ë
Meškīpūšam
Bâ lengë 'abrūhat šaraq šaraq
Nazanī tū gūšam
'Agë yë rūz biyây
Rū pūštebūm rox bë-namâyī
Xōršīd kë bexẃâd balâ biyâd
Rūšō mī-pūšam

*

*

Panjëra rō vaqtī kë vâ mī-konī
Bë har ṭaraf negâḥ negâḥ mī-konī
Panjëra rō vaqtī kë vâ mī-konī
'Invarō 'ūnvarō negâḥ mī-konī
'Az 'īn kūčë tâ 'ūn kūčë mī-dōnand
Kë bâ negât manō ṣedâ mī-konī
Kë bâ negât manō ṣedâ mī-konī



* Tu, bella più di un angelo,
Non star sola nel vicolo:
Qui tutti i ladri fanno,
Mio amor, ti ruberanno
Mio amor, ti ruberanno

*

Compagna bella in nero
Coi capelli lunghi assai,
Non mi schiaffeggiar
Con un dei sopraccigli che tu ci hai
Se un giorno t'affacci sopra il tetto
Per farti veder,
Il sol che vorrà sorgere
Io lo vorrò coprir.

*

*

Ogni volta che apri la finestra tua
E ti guardi intorno in ogni direzion,
Ogni volta che apri la finestra tua
E che guardi in questa e quella direzion,
Da qua fino a là tutti sapranno che
Da lì col tuo sguardo stai chiamando me,
Da lì col tuo sguardo stai chiamando me.

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