Oggi abbiamo un graffito pompeiano trovato nel mio libro di Latino in (credo) seconda liceo, un distico elegiaco che ho tradotto in un distico elegiaco Greco. La traduzione risale all'«8/8 a Messa», è collocata nel mio canzoniere e le poesie circostanti la collocano nella terza liceo, quindi 2010. Pensavo di averla tradotta anche in Italiano, ma se l'ho fatto la traduzione si è persa. Comunque recita «Chiunque ama stia bene, perisca chi non sa amare, / Due volte tanto perisca chiunque impedisce di amare». E con ciò, vediamo la traduzione.
Quisquis amat valeat, pereat qui nescit amare, Bis tanto pereat quisquis amare vetat. |
Ὃς φιλέει ἐχέτ’ εὖ, θανέθ’ ὃς δ’ οὐκ οἶδε φιλεῖμεν, Δὶς δ’ οὕτως θανέτω τῷ φιλέν’ οὐ δυνατόν. |
Abbiamo un'ultim'ora: proprio mentre, il 20/10/17, preparavo la bozza di questo post, notando che la traduzione italiana erano quasi due esametri, l'ho aggiustata e ne son venuti fuori questi due esametri barbari:
Ben stia chiunque sta amando, perisca chi amare non sa,
Due volte tanto perisca chiunque impedisce d'amare.
Due volte tanto perisca chiunque impedisce d'amare.
Peccato l'esametro tronco al primo verso e quello "sta amando" un po' forzato, ma comunque più fedele all'originale del "sa amare" che avevo originariamente pensato.
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